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Sono la figlia di Celestina Vittorandeli, ultima custode del cimitero di Busto Arsizio a cui ha dato con amore trentacinque anni della sua vita. È passato così tanto tempo da allora, ma credo che non sarebbe stata d’accordo con il video di Emma Marrone. Mamma mi ha educata, se pur piccola, a rispettare il campo santo e il silenzio, come forma di ossequio per i morti e il luogo. Nel silenzio si impara a guardare luci, colori e suoni di quel meraviglioso scenario architettonico.
SIMONA CACCIA (BUSTO ARSIZIO, VA)
Simona fa riferimento a In Italia 2024, il video remake del brano In Italia del rapper Fabri Fibra, uscito nel 2008 e girato con Gianna Nannini. I due brani, che a distanza di 16 anni si sviluppano sulla stessa musica e sono girati in bianco e nero, vogliono mettere in evidenza i problemi dell’Italia di ieri e di oggi e il suo immobilismo. Per fare ciò Fibra si serve di voci (Emma Marrone, che nel ritornello sostituisce la Nannini, e il rapper Baby Gang) e di molte ambientazioni in luoghi abbandonati, che trasmettono una certa sensazione di disagio. Fra queste vi è anche una sezione del cimitero di Busto Arsizio (nel 2008 alcune immagini erano state girate invece nel cimitero del Verano a Roma), opera dell’artista Luigino Ciapparella – esponente di spicco dell’“architettura brutalista”, corrente architettonica degli anni ’50 che usa la rudezza del cemento a vista – sul cui sfondo la Marrone canta il ritornello: «Ci sono cose che nessuno ti darà (Ti darà). Sei nato e morto qua, sei nato e morto qua. Nato nel paese delle mezze verità».
Detto che il Comune ha autorizzato a girare le scene (pare senza compenso) e che il cimitero serviva evidentemente per rappresentare il senso del ritornello, la scelta del rapper ha certamente l’effetto di togliere il sapore del sacro silenzio e del mistero della morte che anima quei luoghi di preghiera e meditazione. Ma, vedendola da un altro punto di vista, fa conoscere comunque un’opera d’arte sconosciuta ai più (compreso il sottoscritto). Resta l’invito, anche ai più giovani, di frequentare i propri cari defunti nei cimiteri e di pregare sulle loro tombe. Serve forse più a noi che a loro.
SIMONA CACCIA (BUSTO ARSIZIO, VA)
Simona fa riferimento a In Italia 2024, il video remake del brano In Italia del rapper Fabri Fibra, uscito nel 2008 e girato con Gianna Nannini. I due brani, che a distanza di 16 anni si sviluppano sulla stessa musica e sono girati in bianco e nero, vogliono mettere in evidenza i problemi dell’Italia di ieri e di oggi e il suo immobilismo. Per fare ciò Fibra si serve di voci (Emma Marrone, che nel ritornello sostituisce la Nannini, e il rapper Baby Gang) e di molte ambientazioni in luoghi abbandonati, che trasmettono una certa sensazione di disagio. Fra queste vi è anche una sezione del cimitero di Busto Arsizio (nel 2008 alcune immagini erano state girate invece nel cimitero del Verano a Roma), opera dell’artista Luigino Ciapparella – esponente di spicco dell’“architettura brutalista”, corrente architettonica degli anni ’50 che usa la rudezza del cemento a vista – sul cui sfondo la Marrone canta il ritornello: «Ci sono cose che nessuno ti darà (Ti darà). Sei nato e morto qua, sei nato e morto qua. Nato nel paese delle mezze verità».
Detto che il Comune ha autorizzato a girare le scene (pare senza compenso) e che il cimitero serviva evidentemente per rappresentare il senso del ritornello, la scelta del rapper ha certamente l’effetto di togliere il sapore del sacro silenzio e del mistero della morte che anima quei luoghi di preghiera e meditazione. Ma, vedendola da un altro punto di vista, fa conoscere comunque un’opera d’arte sconosciuta ai più (compreso il sottoscritto). Resta l’invito, anche ai più giovani, di frequentare i propri cari defunti nei cimiteri e di pregare sulle loro tombe. Serve forse più a noi che a loro.



