Caro direttore, il Rotary club è una realtà che sento nominare da pochi anni, per via di decessi di cittadini che, in comuni della mia zona, erano presidenti, appunto, delle rispettive sezioni. Ho trovato il sito e in sintesi si dichiarano una associazione filantropia internazionale che si batte per un mondo migliore. La domanda che faccio è semplice: è compatibile con la morale cattolica far parte del Rotary club? Lo chiedo perché anche i radicali, intesi come Pannella, Bonino e molti esponenti del Pd degli ultimi anni, compresa la neopresidente, dicono di perseguire un mondo migliore.

FRANCESCO


Caro Francesco, gli antichi sospetti della Chiesa nei confronti del Rotary Club si fonda su ritenute vicinanze di questa associazione alla Massoneria, la cui attività è dichiarata ancor oggi dalla Chiesa cattolica esplicitamente inconciliabile coi suoi principi, sia sul piano della fede che delle sue esigenze e morali. Nei confronti del Rotary, in particolare, si ricorda un decreto del Sant’Uffizio (l’attuale Congregazione per la Dottrina della Fede) del 1951, che vietava a religiosi e laici l’adesione e la partecipazione ad adunanze di tale organizzazione, perché poteva favorire un senso di indipendenza dall’insegnamento della Chiesa nel campo della fede e dei costumi e favorire l’infiltrazione di elementi massonici e anticlericali. Questo atteggiamento di sospetto è venuto meno con Paolo VI, che ricevette in Vaticano nel 1965 i rotariani (dopo averli incontrati da Arcivescovo di Milano nel 1957) e con san Giovanni Paolo II, che li incontrò a sua volta a Roma nel 1979, appena diventato Papa. Ovviamente per un cattolico che vi aderisca o partecipi è comunque sempre opportuna la vigilanza.