Lc 21,29-33 - Venerdì della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario - Anno Dispari

“Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina”. Un albero di fico che mette i germogli, l’estate che si avvicina, i segni piccoli ma eloquenti che accompagnano le stagioni. È come se Gesù ci dicesse che anche la nostra vita spirituale ha un suo tempo, un suo ritmo, una sua maturazione. Ma spesso siamo ciechi ai segni. Vogliamo certezze immediate, prove inequivocabili, soluzioni veloci.

Gesù invece ci educa alla pazienza: alla capacità di leggere la presenza di Dio dentro le pieghe ordinarie della vita. Il fico che germoglia non fa rumore, non attira l’attenzione, eppure annuncia un cambiamento imminente. Allo stesso modo, la grazia agisce senza clamore. Cresce nei gesti nascosti, nelle fedeltà quotidiane, nei piccoli «sì» che nessuno vede. Ma noi preferiamo gli eventi straordinari, gli slanci eroici, i miracoli immediati. Gesù invece ci ricorda che il Regno passa attraverso la normalità, e che per riconoscerlo bisogna avere uno sguardo allenato alla speranza. Poi aggiunge una frase potente: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». È come se mettesse davanti a noi una scelta: affidarci a ciò che cambia o a ciò che rimane. Le nostre sicurezze, le nostre emozioni, perfino le nostre convinzioni più solide possono vacillare. La Parola no.

La sua promessa non è come le nostre, fragili e condizionate: è una roccia. E se poggiamo lì la nostra vita, anche quando tutto intorno sembra mutare, non veniamo travolti. Il problema è che spesso viviamo come se fossero più reali le nostre paure che la parola di Cristo. Basta una delusione, un imprevisto, una crisi, e già ci sembra che tutto sia perduto. Ma il Vangelo di oggi è una chiamata alla fiducia: ci ricorda che Dio non gioca a nascondersi. Ci parla, ci guida, ci anticipa i segni, come un amico che non vuole lasciarci soli. Imparare a riconoscere i germogli è imparare a credere che la storia non va verso il buio, ma verso un compimento. E che dentro ogni dolore, ogni attesa, ogni inverno del cuore, Dio sta già preparando un’estate che arriverà, inevitabile e fedele, come la Sua parola.

Vai alle LETTURE DEL GIORNO