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MALSHAKOV NIKOLAY
Giovanni 1,1-18 – Settimo giorno fra l’Ottava di Natale
“In principio era il Verbo.” Giovanni non comincia dal presepe, ma dall’eternità. Come a dirci: prima ancora delle nostre storie complicate, delle nostre cadute, dei nostri tentativi riusciti o falliti, c’era già un senso che ci aspettava. La nostra vita non nasce dal caso, ma da una Parola. E questo cambia tutto. Il 31 dicembre è il giorno in cui guardiamo indietro. Facciamo conti, bilanci, elenchi mentali di ciò che è andato bene e di ciò che avremmo voluto diverso. Ma il Vangelo oggi ci sposta lo sguardo: non ci chiede di partire da ciò che abbiamo fatto, ma da ciò che Dio ha fatto per noi. E ciò che ha fatto è semplice e sconvolgente: si è fatto carne. È entrato dentro il tempo, dentro la nostra confusione, dentro le nostre ferite. Non per aggiustarle dall’esterno, ma per abitarle dall’interno. “Noi lo abbiamo visto, lo abbiamo toccato.” La fede non è una teoria che spiega tutto, è una presenza che accompagna tutto. Non toglie il buio, ma ci ricorda che le tenebre non hanno potuto vincere la luce. Non dice che le tenebre non esistono, ma che non hanno l’ultima parola. E questo è decisivo proprio a fine anno. Perché se guardiamo solo a quello che non è andato, rischiamo di sentirci sconfitti. Se guardiamo solo a quello che è andato bene, rischiamo di illuderci. Ma se guardiamo a Cristo, scopriamo che ogni cosa può essere abitata da Lui, anche ciò che non capiamo, anche ciò che ci pesa ancora sul cuore. “Veniva nel mondo la luce vera.” Non una luce che acceca, ma una luce che orienta. Non una luce che giudica, ma che rivela. Rivela che non siamo soli. Che la nostra vita, anche con tutte le sue contraddizioni, è un luogo in cui Dio ha deciso di stare. Forse questo Vangelo ci chiede solo una cosa mentre l’anno finisce: smettere di misurare la vita solo in base ai risultati, e iniziare a leggerla come un luogo di eternità. E questo significa che non tutto è stato come volevamo, ma tutto può diventare luogo di grazia. Perché all’inizio non c’è il nostro sforzo. All’inizio c’è una Parola che ci ama. E questa Parola non smette di venire a cercarci. Anche oggi. Anche domani. Anche nel nuovo anno che inizia. Anche sempre.



