Forse è sfuggita ai più, come tante buone notizie, quella dell’apertura della causa di beatificazione di Carlo Casini, fondatore del Movimento per la Vita, magistrato e politico. Uno di quegli uomini che, allenato dall’appartenenza alla Chiesa, dalla scuola politica della vecchia Democrazia Cristiana, ha inteso l’impegno politico come «la più alta forma di carità», a servizio del bene comune, non della propria fama o interesse.

A servizio di un’idea dell’uomo, anzi della persona, secondo la filosofia dell’umanesimo integrale che è stata propria di Paolo VI e dei Papi a seguire. L’uomo al centro, ma non al posto di Dio: al centro in quanto creatura amata, per cui è stato sparso il sangue di Cristo, da difendere nella sua dignità in ogni momento della sua esistenza, dal concepimento alla morte naturale.

Ma è uno sguardo all’uomo che è garanzia di libertà e quindi condivisibile per tutti, al di là della fede. Non a caso tanti laici e non credenti ne sostengono le ragioni. Nessun diritto può essere ottenuto a scapito dei diritti altrui, e quelli dei bambini indifesi e innocenti non vanno dimenticati. Nessuno può farsi artefice del proprio destino decidendo la nascita e la morte, propria e altrui.

Questa concezione antropologica ovviamente non può accettare l’interruzione di gravidanza, come tutte le pratiche manipolatorie della vita umana. E Casini fu al centro di una battaglia ideologica scoppiata prima del referendum sull’aborto e che continua ancora oggi. Ma non si limitò alle armi della ragione e della dialettica, esercitate alla Camera dei deputati e come parlamentare europeo.

Nel 1975, cioè cinquant’anni fa, viene fondato a Firenze il primo Centro di Aiuti alla Vita, seguito da tante cellule di ascolto, accoglienza e sostegno per le donne in tutta Italia. È l’origine del Movimento per la Vita, che Casini ha voluto e di cui è stato presidente e animatore instancabile, finché la malattia che l’ha colto nei suoi ultimi anni gliel’ha permesso.

Odiato, quando chiedeva solo di poter aiutare; mal sopportato, anche in ambienti cattolici, perché non ha mai sofferto di alcun complesso di inferiorità verso la nuova cultura dominante e il suo concetto di libertà e di diritti. Veniva da una famiglia numerosa, povera, ma testimone di un cristianesimo incarnato, nutrito dai maestri del pensiero cattolico, da Chesterton a Mounier e dal lavoro politico e sociale di uomini come Giorgio La Pira.

Tocca ricordare che è stato un padre amato di quattro figli: perché la famiglia è culla della vita, cuore della società civile, non solo sentina di vizi e pregiudizi da scardinare, come si grida. Una risorsa, non un problema, nonostante tutte le difficoltà nostre e del mondo in cui viviamo.

Ci pensavo, ascoltando la pubblicità di un nuovo podcast, tra l’altro prodotto da radio Rai, che si chiama Famiglia ed altre cose velenose. Manuale di sopravvivenza al contenitore sociale più impegnativo mai inventato. Se è scherzoso e ammiccante, lo trovo comunque di cattivo gusto.

(Immagine in alto: Carlo Casini e Vittoria Quarenghi del ''Movimento per la vita'' fotografati nella sede del movimento in attesa dei risultati definitivi del referendum. ANSA JA/GRE)


In collaborazione con Credere
Credere, la rivista per vivere «la gioia del Vangelo«

Credere, la rivista per vivere «l'avventura della fede»

CREDERE è la rivista che ogni settimana ti propone storie, personaggi e rubriche per ispirare la fede nel quotidiano. Già scelta come "Rivista Ufficiale del Giubileo della Misericordia", è un giornale ricco di contenuti per lo spirito, con tante testimonianze di famosi e gente comune e i gesti e le parole di Papa Francesco, più vicini che mai.

Scopri la rivista e abbonati »