Sono molto preoccupato per la diffusione di idee confuse e sbagliate sulla sessualità. Le pare giusto pensare che non ci sia differenza fra i sessi, che ciascuno possa cambiare il proprio sesso senza problemi? Mi sembra insensato. La diffusione di questa teoria del “gender”, di cui si parla tanto, mi fa paura.

LORENZO


— Temo ci sia anche molto polverone su tematiche che rischiano di scivolare nella polemica e nell’emotività. Molto utili per provocare reazioni eccessive, per suscitare dibattiti televisivi infuocati, indignazione e urla, in nome di “questioni di principio”. O per rastrellare voti da parte di forze politiche spregiudicate, agitando lo spettro della paura. Finiscono così per essere scontri ideologici, a tutto scapito della possibilità di capire meglio la vita reale delle persone e di sostenere la capacità di ognuno di amare e di essere amati, di costruire relazioni umane autentiche. Prendiamo il caso del “gender”. O, come sarebbe più corretto chiamare, dei “gender studies”, cioè studi sulle tematiche di genere. Essi hanno dato, nel corso del tempo, importanti contributi alla comprensione di un fenomeno ancora così complesso e misterioso come la sessualità umana. Un fenomeno che ha componenti biologiche, che derivano dalla conformazione fisica e genetica di ciascuno, ma anche psicologiche e sociali. L’accettazione o meno del proprio sesso biologico, cioè l’identità sessuale, e i comportamenti e gli atteggiamenti legati al sesso di appartenenza nella società in cui si vive, cioè i ruoli sessuali, sono sicuramente condizionati dalla cultura in cui si vive. Certo, ci sono posizioni estreme e contrapposte. C’è chi sostiene che essere maschio o femmina sia unicamente il risultato della conformazione biologica dell’essere umano, riducendo le differenze di genere a quelle derivanti dalla conformazione psicologica e fisica di ciascuno, tutta determinata dalla natura. E c’è chi invece tende a riportare ogni differenza di genere a un’elaborazione di tipo culturale, per cui uomini e donne non si nasce ma si diventa. E così come la si costruisce attraverso la cultura di appartenenza, l’identità sessuale può essere rimessa in discussione e considerata un artificio libero da ogni vincolo. Ogni differenza diventa relativa, scompigliando le appartenenze e le identità. Si tratta comunque di posizioni radicali ed estreme. L’uomo non è né pura natura, né sola cultura. È nell’intreccio tra questi due elementi che si costituisce l’essere umano. Un dibattito aperto e rispettoso, affrontato senza paure né radicalismi ideologici, può davvero aiutare a sviluppare una comprensione più profonda della sessualità umana.