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È la più vasta area archeologica d’Europa, un patrimonio storico prezioso, che non deve andare perduto. È Selinunte, antica città greca sulla costa sudorientale della Sicilia. Un’area che si estende per oltre 300 ettari: ma di questi soltanto il 10% può essere visitato dai turisti. Molte delle rovine sono inaccessibili a causa della vegetazione che cresce spontanea e dell’incuria.
Selinunte ha bisogno di interventi di recupero che le restituiscano il suo antico splendore. L’azienda vinicola siciliana Cantine Settesoli si è appassionata a questa causa e a settembre del 2016 ha lanciato una raccolta fondi che servirà a finanziare interventi di restauro, la creazione di un percorso di visita e di un impianto di illuminazione.
Ecco come partecipare al progetto: acquistando una bottiglia di vino Cantine Settesoli si donano 10 centesimi a Selinunte. Oppure si può fare una donazione sul conto bancario IT31W0894681830000022504092, intestata a “Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa”. Fondata nel 1958 a Menfu, Cantine Settesoli conta duemila soci ed è la più grande azienda vitivinicola siciliana, un vero e proprio distretto del vino nella provincia di Agrigento: il 70% delle circa cinquemila famiglie che vivono tra Menfi, Montevago e Santa Margherita di Belice sono impegnate nelle attività dell’azienda.
Cantine Settesoli ha adottato misure volte alla sostenibilità e alla tutela dell’ambiente. Inoltre è inserita nella Strada del vino delle terre sicane, territorio rurale e vinicolo vicino a rinomati siti archeologici: oltre a quello di Selinunte, la Valle dei templi di Agrigento.





