Nello specifico, l'Italia è al 23° posto nell'area del benessere materiale, al 17° posto nella salute e sicurezza, al 25° posto nell'istruzione, al 21° posto per quanto riguarda le condizioni abitative e ambientali. In Italia il 17 per cento dei bambini, pari a circa 1.750.000 minorenni, vive sotto la soglia di povertà. L'Italia ha anche il più alto numero NEET (Not in Education, Employment or Training) di tutti i Paesi industrializzati dopo la Spagna, con l'11 per cento dei giovani che non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano corsi di formazione”.
Nella classifica generale, l'Italia si trova alle spalle di Spagna, Ungheria e Polonia, ma davanti a Estonia, Slovacchia e Grecia. I punti di forza dell'Italia sono il basso tasso di mortalità infantile, l'alto tasso di iscrizione prescolare, la sensibile riduzione del bullismo. Fra i punti deboli: il poco esercizio fisico e l'esposizione a uno dei livelli più alti di inquinamento atmosferico tra tutti i Paesi industrializzati.
Alla presentazione del Rapporto a Roma ha partecipato il presidente del Senato, Pietro Grasso. «Come evidenziato da questi dati», ha detto Grasso, «oggi non si può più parlare di disagio sociale ma di una vera e propria questione sociale da porre al centro dell'attenzione e dell'azione pubblica. La politica non può affermare il suo ruolo se le manca il sentimento di partecipazione e quella capacità di condivisione umana e morale verso situazioni gravi di persone e famiglie. La questione dell'infanzia e dell'adolescenza va messa al centro dell'azione politica se vogliamo che l'Italia possa avere un futuro».
Roberto Zichittella


