La situazione nell regioni di Turchia e Siria devastate dal terremoto è terribile. Ancora di più per le donne e le bambine - i soggetti più vulnerabili -in particolare per quelle che erano già fuggite dalle loro case in Siria e facevano affidamento sull'assistenza umanitaria. A lanciare l'allarme è la Ong ActionAid. Nelle aree colpite del Sudest della Turchia, ricorda l'organizzazione, abitano complessivamente circa 12 milioni di persone, tra cui due milioni di rifugiati siriani che vivono per lo più in tende e strutture di fortuna nei campi su entrambi i lati del confine. Nelle aree colpite della Siria nord-occidentale si stima vivano circa 4,6 milioni di persone, già in condizioni di insicurezza alimentare e che avranno bisogno di ulteriore assistenza alimentare.
Dodici anni di guerra hanno lasciato donne e bambini senza padri, fratelli o mariti, e il numero di vedove o di famiglie con un capofamiglia donna e di orfani è aumentato. «Le donne e le ragazze soffrono di più durante le emergenze umanitarie. L'accesso a servizi come gli ospedali è molto limitato e le donne incinte rischiano di avere complicazioni se non possono ricevere le cure mediche di cui hanno bisogno», afferma Racha Nasreddine, direttore regionale di ActionAid per la regione araba.
Durante i conflitti, i disastri naturali e altre emergenze, ricorda ActionAid, le donne e le ragazze si trovano spesso a svolgere un ruolo fondamentale per la sopravvivenza delle famiglie e delle comunità. Ma sono anche potenzialmente molto più esposte allo sfruttamento sessuale, alla violenza e gli abusi. «C'è un urgente bisogno di cibo, acqua, coperte, ripari e vestiti invernali», aggiunge Nasreddine. «In un disastro come questo, le donne e le ragazze sono molto vulnerabili; la loro protezione e sicurezza è la nostra priorità assoluta. Stiamo fornendo servizi di protezione e spazi sicuri alle donne per ripararsi, allattare e lavare i loro bambini e accedere al sostegno emotivo di cui hanno bisogno per affrontare lo shock e il trauma».
(Foto ActionAid: sfollati ad Hatay, in Turchia)