Il suo nome resterà per sempre legato alle apparizioni di Lourdes, anche se la sua conoscenza sapeva spaziare in tantissimi ambiti e abbracciare duemila anni di storia della Chiesa. Il 10 settembre è morto padre René Laurentin: un sacerdote, un teologo, un uomo innamorato del mistero. Il prossimo 19 ottobre avrebbe compiuto cent'anni. La sua sterminata bibliografia rappresenta una pietra miliare per gli studi mariologici (cioè gli studi che approfondiscono la figura della Madonna e il suo ruolo nella storia della salvezza).
Classe 1917, originario di Tours, nel cuore della Francia, René Laurentin entra a 17 anni nel seminario di Parigi. Una vocazione giovane, la sua, che però deve intrecciarsi con le convulse e dolorose vicende storiche del '900. Laurentin si sta infatti perfezionando in teologia, dopo la laurea in filosofia alla Sorbona, quando, con l'esplodere del secondo conflitto mondiale, viene chiamato sotto le armi e nominato ufficiale dell'esercito francese. Durante gli anni tremendi della guerra viene catturato dai tedeschi e trascorre ben cinque in un campo di prigionia, in Belgio. Solo nel '46, dopo la liberazione e la fine del conflitto, viene ordinato sacerdote. Da quel momento le sue straordinarie qualità intellettuali e umane sono in gran parte orientate a studiare la figura della Vergine.
Nel 1952 consegue, ancora alla Sorbona, un dottorato in mariologia e, un decennio più tardi, diventa vicepresidente della Società di Studi francesi su Maria. Sono anni di grande fermento. La società sta rapidamente cambiando. E la Chiesa insieme a lei, cercando di leggere i “segni dei tempi”. Durante il Concilio Vaticano II, padre Laurentin viene consultato in qualità di perito. Diverse fonti gli riconoscono un ruolo di prim'ordine nella stesura della costituzione Lumen Gentium, in particolare nei capitoli riguardanti la figura della Madonna.
Nei decenni successivi, s'impongono all'attenzione internazionale i suoi studi relativi alle apparizioni mariane, in particolare quelle di Lourdes (per le quali è considerato uno dei massimi esponenti a livello mondiale). Scritti con il rigore del teologo e sulla scorta di una cultura sterminata, i suoi testi aprono uno spiraglio in vicende di per sé imperscrutabili, là dove scienza, fede e umanità ferita si toccano.
Padre Laurentin si è occupato a lungo anche di Medjugorje, con testi che talvolta hanno fatto discutere. Questioni controverse, sulle quali, lo ricordiamo, la Chiesa non ha ancora espresso un parere univoco e definitivo. Ma la centralità del teologo resta indiscussa, tanto che alcuni lo hanno definito il più grande mariologo del Novecento. Con il suo sguardo profondo ha attraversato un secolo di storia, prendendo per mano tutti coloro che con fede desiderano accostarsi alla figura di Maria e, attraverso lei, a Cristo.
Per saperne di più
La bibliografia di padre Laurentin è vastissima. Citiamo qualche volume: “Vita di Bernadette” (1979); “La vergine Maria. Mariologia post-conciliare” (1984); “Breve storia delle apparizioni di Maria a Medjugorje. Dov'è la verità?” (1988); “Maria, chiave del mistero cristiano. La più vicina agli uomini perché la più vicina a Dio” (1996); “Dizionario delle apparizioni della Vergine Maria”, con Patrick Sbalchiero (2010); “Indagine su Maria. Le rivelazioni dei mistici sulla vita della Madonna”, con François-Michel Debroise (2013).
Foto in alto: GianAngelo Pistoia (Wikipedia)