La casa dove Alberto Sordi nacque a Trastevere, il 15 giugno del 1920, oggi non c’è più. Stava al numero 7 di via di San Cosimato e fu demolita a metà degli anni Trenta per fare posto al grande Palazzo delle Congregazioni, di proprietà del Vaticano. Sordi amava ricordare che allora Trastevere era «un’isola felice piena di calore», con «la tipica atmosfera di un paese». Al centro di quel paese c’era e c’è ancora la basilica di Santa Maria in Trastevere, uno dei più antichi luoghi di culto della Roma cristiana.
La basilica sta a pochi passi dalla casa natale di Sordi. Era la chiesa dove il capiccolo Alberto andava a Messa e faceva il chierichetto. Ma già allora gli piaceva mettersi in mostra. «Immaginavo che i fedeli in preghiera fossero il mio pubblico: agitavo l’incensiere, facevo piroette e cantavo a voce altissima. E ogni tanto il parroco scendeva dall’altare e diceva “ma che sta’ a fa’?”. E volavano sonori schiaffoni, con la gente che rideva».
È in questo ambiente di fervida religiosità popolare, espressa in romanesco, che matura la devozione mariana del grande attore. In qualche modo Alberto Sordi si riteneva un miracolato. Infatti, in quegli anni della sua infanzia vissuta in strada, Sordi rimase vittima di un incidente stradale. Negli Anni Venti del secolo scorso a Roma circolavano ancora pochi veicoli a motore e le strade erano piene di bambini che giocavano. Il transito di un mezzo motorizzato era un evento curioso, ma i ragazzini non si rendevano conto chepoteva costituire un pericolo. Mentre giocava con le sorelle dalle parti di San Cosimato, un giorno Alberto si mise a correre e attraversò la strada senza minimamente curarsi dell’arrivo di un’auto a velocità sostenuta. Non si sa come, ma lo sfiorò solamente, evitandolo per pochi centimetri. In sostanza, il giovane Alberto Sordi si salvò per miracolo. Immaginiamo la scena, con l’accorrere delle donne, le urla, i pianti. Accorre, tra le tante, anche la mamma di Alberto, di nome Maria (un caso?), insegnante in una scuola elementare. Maria si prende lo spaventatissimo Alberto in braccio e, senza pensarci un attimo, raggiunge di corsa la basilica di Santa Maria in Trastevere. Passa sotto il porticato, entra e porta il bambino verso un altare, davanti all’immagine della Madonna. Dovrebbe trattarsi con ogni probabilità dell’antica icona della Madonna della clemenza e della pace, esposta nella cappella fatta costruire dal cardinale Altemps nel XVI secolo, in cui la Vergine porta le stesse vesti che l’imperatrice Teodora indossa nei mosaici di Ravenna. Maria, dunque, volle ringraziare la Madonna per lo scampato pericolo.
Quell’episodio della sua infanzia trasteverina ha segnato per sempre la vita di Sordi, che fu un uomo molto religioso. Questo aspetto privato della vita del grande attore è stato ben raccontato da un altro protagonista del cinema italiano, anche lui romano verace, Carlo Verdone. I due attori lavorarono insieme in due film (In viaggio con papà nel 1982 e Troppo forte nel 1986), perciò Verdone ebbe modo di frequentare la grande villa di Sordi di via Druso, dove “Albertone” visse dal 1958 fino alla morte. «In pubblico», ha raccontato Verdone, «Alberto Sordi sprizzava allegria, gioia, si divertiva, azzardava. Ma non appena tornava a casa, cambiava, diventava un uomo normale, molto rigoroso. Sbaglia chi crede che gli attori comici siano comici anche nel privato. Gli ambienti della casa di Sordi erano molto austeri. Se ti guardavi intorno non vedevi, a parte una foto di Soraya sulla scrivania, foto di attori e gente del cinema. La persona più fotografata era un Papa, Giovanni Paolo II. Wojtyla è presente in ogni angolo della casa. Sordi teneva una sua foto anche nella barberia, dove ogni mattina si faceva tagliare la barba. Alberto aveva una ammirazione e una devozione straordinaria per questo Papa ed era davvero un uomo molto religioso. Un’altra figura sempre presente a casa Sordi è quella della Vergine, con statuine, ceramiche e dipinti di varie epoche». Una statua dell’Immacolata è presente anche nel grande giardino che circonda la villa di via Druso. Come racconta Verdone, Sordi ogni mattina, prima di uscire di casa raggiungeva la statuina e lanciava un fiore verso la Madonna. «Non c’è stato un giorno in cui Alberto non abbia lanciato un fiore alla Madonna e detto una preghiera», aggiunge Verdone. Questo quotidiano gesto di devozione non fu dimenticato quando Sordi morì, nel febbraio del 2003. Nel pomeriggio del 25 febbraio, prima di essere portato alla camera ardente allestita in Campidoglio, il feretro di Sordi, per volere della sorella, fu fatto sostare per qualche istante davanti alla statua della Madonna. Un appuntamento cui è rimasto fedele fino all’ultimo.
Questo stralcio è un'anteprima da Maria con te
Si chiama Maria con te, esce ogni settimana, conta 68 pagine, costa un euro e dal 10 maggio l 2018 la si può trovare in edicola, in parrocchia e nei santuari. La Periodici San Paolo pubblica questa testata, tutta dedicata alla Vergine nella vita di ogni giorno, la prima del genere in Italia.
Il significato della rivista è tutto nel titolo: Maria con te. Da sempre il popolo cristiano ha manifestato il suo affetto per la Vergine di Nazaret. Perché la sente vicina come Madre che conduce al suo Figlio Gesù.