Quando si è laureata in farmacia all’Università di Bologna era il 1995, e non immaginava neppure lontanamente che avrebbe cucinato per tanti anni il “piatto forte” del Meeting di Rimini: le mostre, gli eventi che riscuotono la maggiore partecipazione di pubblico alla manifestazione che quest’anno celebra la 43ª edizione.
Dal 1998 Alessandra Vitez è la responsabile dell’ufficio mostre, e quest’anno ha coordinato la costruzione e l’allestimento di 13 esposizioni (le visite si prenotano sull’app del Meeting). La più importante rende omaggio a don Giussani (fondatore di Comunione e Liberazione, ndr) nel centenario della nascita e propone l’adattamento “materializzato” di una mostra già presente nel web, offrendo la possibilità di incontrare attraverso video, immagini e testi una personalità che ha segnato la vita della Chiesa e della società, e a cui si devono anche le parole scelte per il titolo del Meeting di quest’anno: Una passione per l’uomo.
SULLE ORME DI GIUSSANI
«Don Giussani ha testimoniato con la vita e con i suoi scritti come la fede accende l’interesse per la realtà in tutti i suoi aspetti, e come è capace di innescare un cambiamento che parte dal cuore, le mostre offrono una documentazione di questa passione per l’umano». Alcuni esempi: l’associazione Famiglie per l’accoglienza propone le opere di 14 artisti che raccontano ciò che ha suscitato in loro l’impatto con persone che vivono l’esperienza della gratuità; i giuristi della Libera Associazione Forense hanno realizzato Sub tutela Dei che ripercorre l’itinerario umano e professionale di Rosario Livatino, il magistrato ucciso dalla mafia e beatificato nel 2021; l’attualità di Armida Barelli, protagonista della nascita dell’Università Cattolica e proclamata beata, viene evidenziata dalla mostra Nulla sarebbe stato possibile senza di lei; un gruppo di studenti universitari portoghesi propone l’immersione nell’opera e nella figura dello scrittore Fernando Pessoa. L’arte è sempre presente nel cartellone: quest’anno vengono presentati sei artisti del Novecento e il fotografo Gus Powell, e si volerà su Ascoli e Cortona alla scoperta di Gino Severini.
LIBERTÀ E OPPRESSIONE
Uomini nonostante tutto propone testimonianze e documenti su Memorial, la prima organizzazione pubblica indipendente fondata nel 1989 da Sacharov per custodire la memoria delle vittime delle repressioni sovietiche e liquidata dalle autorità russe nel 2021. «è impressionante il grido di libertà che sale da queste persone, che nessun potere riesce a sopprimere», spiega Vitez. «Da dove nasce e come si alimenta questo grido? Cosa dice oggi a noi, sfidati a misurarci con i vari volti dell’oppressione? Peraltro da sempre il Meeting si intreccia con il mondo russo: in collaborazione con Fondazione Russia Cristiana abbiamo realizzato mostre su figure come Tolstoj, Pasternak, Solženicyn, padre Aleksandr Men’ e sui “ragazzi di piazza Majakovskij”, studenti che negli anni Sessanta si radunavano per leggere poesie che avevano vibrazioni capaci di spezzare le prigioni ideologiche costruite dall’onnipresente regime comunista». Nell’arco di una settimana mediamente sono state registrate oltre 150 mila prenotazioni alle mostre, numeri impressionanti se raffrontati con la partecipazione ad analoghi eventi che si svolgono in molte città.
LA REALTÀ E L’UMANO
Perché questo interesse così forte tra i visitatori del Meeting? «Conoscenza ed esperienza sono le due parole che aiutano a capire i motivi del successo. Parole non astratte, messe in moto da un’attrattiva per ciò che è bello, buono e vero. I temi e i personaggi presentati hanno un legame con le grandi domande che abitano il cuore dell’uomo e quindi risultano sempre attuali al di là dell’epoca in cui si collocano. Cerchiamo di comunicare cosa nasce nei curatori dall’incontro con un autore o con un evento, e di favorire un paragone con il vissuto del visitatore. È una dinamica presente già nella fase di preparazione: il comitato scientifico vede spesso la compresenza di esperti e di studenti universitari, insegnanti, giornalisti, professionisti, e tutti si lasciano interrogare da ciò che emerge nel lavoro comune. La mostra diventa così un work in progress che continua durante i giorni del Meeting, grazie al dialogo con i visitatori che fanno domande o raccontano esperienze personali legate al tema. Non ci interessa tanto fornire soluzioni costruite a tavolino rispetto a certe tematiche (l’ambiente, le migrazioni, le sfide della bioetica, l’educazione), quanto proporre un’ipotesi di cammino che ciascuno possa verificare. In tutto questo, il maestro che ci guida è la realtà. La disponibilità a starle davanti è ragionevole perché ci mostra molti più aspetti di quelli ipotizzati e così cresce il cammino di conoscenza delle cose (anche le più complesse) e dell’umano.
STRUMENTI E SINFONIA
Spesso una mostra continua oltre i giorni della manifestazione riminese, diventando itinerante: sono centinaia gli allestimenti ospitati da centri culturali, scuole e università, sedi istituzionali, parrocchie. «È una modalità di produrre cultura al servizio della gente», sottolinea Vitez. «Ed è un’occasione per allacciare rapporti con persone di appartenenze culturali e religiose diverse. Per questo, anche grazie alle mostre, il Meeting “vive” tutto l’anno e non conosce confini, è un aiuto a costruire quell’amicizia tra i popoli che è nel suo Dna e di cui, soprattutto oggi, c’è davvero bisogno». Sono passati più di vent’anni da quando una giovane laureata in Farmacia prestava la sua opera come volontaria all’ufficio mostre del Meeting, diventandone poi la responsabile. In questo tempo ha conosciuto direttori di musei, artisti, scrittori, archeologi, scienziati e migliaia di volontari che si sono messi al servizio dell’opera. Cosa ha imparato? «Ho imparato un mestiere e a incontrare le persone e la realtà lasciandomi stupire da tutti e da tutto, con uno sguardo che è stato educato dalla fede e dall’amicizia con tanti compagni di strada, a Rimini e nel mondo. E ho imparato che per fare il direttore di un’orchestra bisogna valorizzare tutti gli strumenti. Il successo di una mostra dipende dalla genialità dei curatori come dal lavoro del volontario che la sera prima del debutto cura l’allestimento dell’ultimo cartello. Non è una formula magica, è il frutto di un lavoro e richiede la disponibilità a mettersi in discussione e il contributo di tanti costruttori. Come insegna la farmacia, ogni elemento concorre a dare forma alla materia, dentro la quale ci sono un ordine e una Bellezza che ci precedono e suscitano la nostra curiosità. Il Meeting mi ha insegnato a scoprirli per offrirli a tutti».
43° MEETING DI RIMINI: LA LIBERTÀ DELLA CARITÀ E DELLA RESPONSABILITÀ. IL PROGRAMMA
Una passione per l’uomo è il titolo della 43ª edizione del Meeting per l’amicizia tra i popoli in programma alla Fiera di Rimini dal 20 al 25 agosto. «In un momento storico nel quale la pace e la civilizzazione non sono per niente scontati, con sfide quali la transizione ecologica, la ricerca di una economia più sostenibile e soprattutto le grandi sfide educative», rimarca il presidente Bernhard Scholz. «Si vuole sottolineare il ruolo della responsabilità, della solidarietà, di una carità che nascono e rinascono dalla libertà e a loro volta la alimentano».
Scoprire come può nascere una tale libertà è il fil rouge dell’edizione, che quest’anno torna completamente in presenza su un’area di 100 mila metri quadrati, con 80 convegni e 600 relatori, 13 mostre e 15 spettacoli. Tornano gli spazi dedicati ai più giovani (il Villaggio Ragazzi e lo Sport Village). I volontari, anima dell’evento, saranno oltre 2.600, più di metà dei quali under 30.
Oltre che in presenza la manifestazione sarà fruibile sui canali digitali, dove si potranno seguire i convegni in diretta in italiano, inglese e spagnolo. Per accedere alla Fiera (ingresso gratuito) si userà l’app Meeting Rimini.
Sabato 20 si comincia con l’incontro Artigiani di pace, la passione di conciliare, che vedrà la partecipazione del cardinale Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui (Repubblica Centrafricana), monsignor Paolo Pezzi, arcivescovo metropolita della Madre di Dio a Mosca, e Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini. Lo spettacolo inaugurale, il 21 agosto nel Teatro Galli della città, sarà Liberi tutti, tratto da La sorpresa di Chesterton. La manifestazione si concluderà con un omaggio al cantautore Claudio Chieffo, scomparso nel 2007, con artisti quali Omar Pedrini, Mirna Kassis e Marketa Irglova. Programma disponibile su www.meetingrimini.org.
Chi è Alessandra Vitez: l'identikit
Età: 51 anni
Professione: Responsabile dell’Ufficio Mostre del Meeting dal 1998
Famiglia :Sposata, ha tre figli
Fede: Cresciuta con il movimento di Cl
(Foto di Claudio Pagliarani)