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venerdì 18 aprile 2025
 
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Aprendo il cuore a Dio lo apriamo agli altri

22/06/2023  Gli occhi chiusi del contemplativo non sono mai chiusi alle necessità di sorelle e fratelli

Avevo parlato in una puntata precedente della salvezza come liberazione e le analogie che ho usato erano più di carattere spirituale e individuale e ci siamo salutati con questa domanda:

l’esperienza della salvezza come liberazione nell’ottica cristiana è solo spirituale o individuale? Senza entrare in una discussione sulla “teologia [anzi, le teologie] della liberazione” che è un argomento molto più vasto e complesso di quanto possa permettere una piccola rubrica, parto da un avvicinamento di termini: la salvezza ha a che fare con la libertà, ma ha a che fare anche con la liberazione.

La libertà personale non è mai individualista. La persona libera è una persona che vive la prassi dell’amore e l’amore o è concreto o non è. Questi principi hanno spinto i cristiani in diversi luoghi dove l’ingiustizia sociale ricordava l’oppressione dell’Egitto a una prassi di liberazione concreta dall’ingiustizia, la marginalizzazione e la povertà.

La salvezza si compie nella vita eterna, ma inizia qui. Inizia con una prassi di liberazione che si vive nel concreto. Dietrich Bonhoeffer spiegava che non si può vivere la vita eterna come alibi per dimenticare questa vita. Nota è la sua affermazione:

«I cristiani che osano stare sulla terra con un piede solo, staranno con un piede solo anche in cielo».

Una riflessione simile è fatta dal teologo ortodosso Pavel Evdokimov:

«Venire meno a questa presenza al mondo equivale a mancanza di fede evangelica».

La libertà e la mistica cristiana non sono in contraddizione con la liberazione e con la concretezza. Anzi, la vera mistica non è quella che chiude gli occhi e china il capo, ma è una «mistica degli occhi aperti», come la esprime bene il teologo tedesco Johann Baptist Metz.

Una bella analogia per dire che aprendo il cuore a Dio, non dobbiamo chiuderlo agli altri. Gli occhi chiusi del contemplativo non devono essere a discapito dell’apertura concreta del cuore per creare empatia, degli occhi per vedere e delle mani per operare la liberazione di Cristo.

La prassi di liberazione può iniziare con un’attenzione alla situazione di povertà di quei vicini tanto discreti della porta accanto, o con quel collega che non è proprio integrato e che avrebbe bisogno di essere liberato dalla schiacciante solitudine… Lascia che la libertà che Cristo ti ha dato dia i suoi effetti già qui ed ora.

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