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venerdì 11 ottobre 2024
 
paralimpiadi di parigi
 

Assunta Legnante, è lei la più medagliata della storia dell'atletica italiana

07/09/2024  "Cannoncino", come la chiamano per la potenza delle braccia, ha conquistato l'oro nel getto del peso donne F12. Non vedente a causa di una malattia congenita, nel 2018 ha gareggiato tra le normodotate, rompendo le barriere tra le categorie, ma è fiera di restare paralimpica. Ai Giochi di Los Angeles 2028 merita di essere lei a portare la bandiera italiana

È andata in pedana con gli occhi della Gioconda disegnati sulla mascherina, per la sua quarta finale paralimpica del getto del peso T12 (oro a Londra 2012, oro a Rio 2016, argento a Tokyo 2020, oro a Parigi 2024), lei, Assunta Legnante, che di pedane ne ha viste e calcate tante, prima olimpiche (c'era a Pechino 2008 e ha vinto l'oro agli Europei indoor del 2007 a Birmingham, da normodotata) nel getto del peso di cui tuttora detiene il record italiano indoor assoluto con 19,20 (2002) poi paralimpiche, confessando che l'emozione le ha accorciato un po' le misure, ma non tanto da impedirle di condurre in testa tutta la gara. Segno che non ci si abitua mai alla prova che chiede di mettere in gioco tutto nell'occasione  in cui conta davvero, davanti a milioni di sguardi che ti scrutano anche se non li puoi più vedere.

Donna intelligente e autoironica,  Assuntina (copyright Guido Alessandrini), in arte "Cannoncino" ha perso la vista progressivamente tra il 2009 e il 2012, ma non la verve e mai il sorriso, men che meno la voglia di misurarsi con le distanze della vita. Avrà 50 anni a Los Angeles 2028 e ha già detto che ci sarà: «Non l'ho mai vista e neanche stavolta la vedrò», ha scherzato, «ma farò di tutto per andarci, al limite in carrozzina», ha promesso, ridendo, al primo microfono passato, pensando al logorio fisico,  al tendine d'Achille rotto nel 2020. E poi ha espresso un desiderio serio: «La bandiera la porterei volentieri». Lei che l'ha sventolata per gli stadi del mondo olimpici e paralimpici e che da non vedente, a causa di una malattia degenerativa congenita, nel 2014 ha lanciato oltre il minimo previsto per essere ammessa agli europei normodotati.

E che quattro anni dopo è tornata a tesserarsi anche per la Fidal (la Federazione atletica italiana), costringendola a rivedere la barriera che vietava agli atleti di essere accompagnati in pedana: lei, cieca, ne aveva bisogno. Ma per il resto lanciava come tutte le altre. Ora quel divieto è caduto grazie a lei che nel 2018 ha gareggiato a Rieti tra le normodotate in cerca di stimoli e di avversarie, ma fiera di restare paralimpica, mondo nel quale si sente a casa. Dal 6 settembre 2024 Assunta Legnante è la più medagliata della storia dell'atletica italiana. La bandiera di Los Angeles se la merita tutta. Se non allora quando? Se non lei chi? Dato che la bandiera è lei? Eroina dei due mondi, che ha iniziato a lanciare per reagire a un'esclusione: la sua patologia a 18 anni la rendeva infatti inidonea partecipare alle prove di selezione per l'Isef, l'Istituto che ha preceduto Scienze motorie, il suo sogno di allora. Il resto è storia nota, non solo da ieri.

(Foto Ansa)

 
 
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