C’è chi lo profetizza prossimo protettore di Internet. Ma la grandezza spirituale di Carlo Acutis, il quindicenne milanese che sarà beatificato il prossimo 10 ottobre ad Assisi, va molto oltre la pur non comune capacità di utilizzare il Web a servizio del Vangelo. Già, perché «quando parliamo di Carlo abbiamo davanti un san Francesco dei nostri tempi». La frase potrebbe suonare azzardata, se a pronunciarla non fosse il postulatore della causa. «Sono molteplici le analogie tra il santo di Assisi, cui si è ispirato papa Bergoglio al punto da assumerne il nome, e il giovane Carlo, che di Assisi e della spiritualità francescana era letteralmente innamorato». Giornalista dell’Osservatore Romano, studioso di mistica e autore di vari volumi di spiritualità (molti dei quali editi da San Paolo), Nicola Gori si è imbattuto nella figura di Carlo quasi per caso. «Conoscevo la famiglia da prima che nascesse Carlo. Quando egli è morto, mamma Antonia mi ha chiesto, pur non avendolo io mai conosciuto direttamente, di stendere una biografia di Carlo. Grazie ai ricordi della mamma e a tante altre testimonianze di amici e conoscenti, ho scritto Eucaristia. La mia autostrada per il Cielo (Edizioni San Paolo) e, poi, molti altri testi su Carlo. Perciò, quando è iniziata la fase romana della causa, mi è stato chiesto di diventarne il postulatore».
Carlo viene da una famiglia benestante. Anche il padre di san Francesco era un ricco mercante…
«Andrea Acutis, oggi presidente della Vittoria assicurazioni, nel 1991 lavorava alla City di Londra. Il raffronto tra Carlo e il santo di Assisi calza a pennello: Francesco si è spogliato dei suoi beni, Carlo ha vissuto come se non li avesse. Mamma Antonia mi ha raccontato che era una fatica convincere Carlo a comprarsi i vestiti: non era interessato al lusso, alle marche famose. Anzi: sgridava la madre quando comprava creme costose. Gli amici di scuola lo prendevano in giro perché, pur potendosi permettere vacanze esotiche, sceglieva di andare ad Assisi. Quanto alla paghetta dei genitori, la destinava ai poveri assistiti dai Cappuccini dell’Opera san Francesco».
Ma ai poveri Carlo dava anche del tempo, non solo soldi…
«Spesso convinceva sua mamma ad accompagnarlo nei dintorni della Stazione Centrale. Una volta trovarono due senza fissa dimora su una panchina; vedendo che una stava molto male, Carlo costrinse la madre a portarla in ospedale. Una volta guarita, venne ospitata in un piccolo appartamento della famiglia. Alla luce di elementi come questi diventa perciò molto significativo il fatto che oggi il suo corpo riposi nel santuario della Spogliazione».
Questo stile ha lasciato il segno. Da cosa lo si capisce?
«Al funerale di Carlo erano presenti molti portinai filippini e indiani del quartiere elegante dove abitava. Li conosceva perché si intratteneva spesso con loro sulla strada a parlare. Non solo: grazie al suo esempio anche il domestico di casa Acutis, induista, ha scelto di farsi battezzare. Eppure Carlo non ha fatto propaganda, ma ha dato testimonianza di vita».
Tuttavia Carlo era un ragazzo per molti aspetti normale, no?
«Certo. Giocava a calcio come tanti suoi coetanei. Di carattere solare, come la mamma, quando c’era un po’ di baldoria era… sempre in mezzo. La sua passione principale, però, consisteva nel realizzare dei video di fantascienza».
Da buon “genietto”…
«Patito di informatica, come suo zio, già alle medie studiava su testi universitari. Questa passione l’ha usata per diffondere il Vangelo: insieme a un amico ingegnere realizzò il sito internet della sua parrocchia e poi la celebre mostra digitale sui miracoli eucaristici, grazie alla quale oggi è noto in tutto il mondo».
Per molti aspetti è stato uno in anticipo sui tempi. Anche la causa di beatificazione l’ha visto in corsia di sorpasso. Come mai?
«Dopo la sua morte sono arrivate numerose di segnalazioni di grazie e miracoli. Non solo: si è capito che, in vista del Sinodo dei giovani, Carlo avrebbe potuto rappresentare un modello per gli under 30 di oggi. In questo papa Francesco per primo ha dato una spinta eccezionale: spesso lo cita, anche a braccio. Non solo: nell’esortazione post-sinodale Christus vivit a Carlo dedica ben tre paragrafi».
Cosa può dirci del miracolo che ha dato il via libera alla beatificazione?
«Un prete di una parrocchia brasiliana, conosciuta la vicenda di Carlo grazie a Internet, ha contattato la madre. Poi, in preparazione all’anniversario della morte, ha proposto alla comunità alcune giornate di preghiera. Il 12 ottobre 2013, a 7 anni esatti dalla morte di Carlo, un bambino, affetto da una malformazione congenita (pancreas anulare), arrivato il suo turno di toccare l’immaginetta del futuro beato, espresse un singolare desiderio, come una preghiera: “Vorrei poter non vomitare più”. Immediatamente è iniziata la guarigione, al punto che la morfologia dell’organo in questione è proprio cambiata».
«L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo»: una frase di Carlo che la dice lunga…
«Da un lato esprime la sua straordinaria devozione, dall’altro mette in luce la sua capacità di comunicazione per slogan, quasi da copywriter, da pubblicitario. Come l’altra, meritoriamente celebre: “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”. Anche per questa capacità di arrivare al cuore Carlo è un santo del XXI secolo. E non mi meraviglia che nel mondo siano ormai tantissimi gli oratori e i gruppi giovanili intitolati a lui».
LA VITA - Un genio dell'informatica in Paradiso
Carlo Acutis nasce a Londra il 3 maggio 1991 da Andrea e Antonia Salzano, che si trovavano nella City per motivi di lavoro. Rientrata la famiglia a Milano, Carlo frequenta le elementari al San Carlo e, successivamente, presso l’Istituto Tommaseo delle Suore Marcelline. Il 16 giugno 1998, nel monastero di clausura delle Romite ambrosiane a Bernaga di Perego (Lecco), riceve la prima Comunione, in anticipo rispetto all’età consueta, grazie a uno speciale permesso dell’arcivescovo. La Cresima, il 24 maggio 2003, gli viene amministrata nella chiesa di Santa Maria Segreta da monsignor Luigi Testore, attuale vescovo di Acqui. All’età di 14 anni passa al Leone XIII, prestigioso istituto di Milano retto dai Gesuiti, dove frequenta il Liceo classico. Nel tempo libero si dedica alla preparazione dei bambini per la Cresima. Utilizza il suo talento informatico per realizzare una mostra sul web dedicata ai miracoli eucaristici, che gli darà una notorietà internazionale. Nell’autunno 2006 viene aggredito da una forma aggressiva di leucemia. Ricoverato all’ospedale San Gerardo di Monza, muore il 12 ottobre. Nel 2007 i suoi resti mortali sono traslati dalla tomba di famiglia, nel Biellese, nel cimitero comunale di Assisi, per soddisfare il suo desiderio di rimanere nella città di san Francesco, e il 5-6 aprile 2019 spostati nel santuario della Spogliazione. La causa di beatificazione di Acutis è stata molto rapida: iniziata il 12 ottobre 2013, la fase diocesana a Milano si è chiusa dopo soli 3 anni. Il 5 luglio 2018 viene promulgato il decreto sulle virtù del venerabile; il 14 novembre 2019 arriva il parere positivo su un presunto miracolo attribuito all’intercessione del venerabile. Il 10 ottobre prossimo ad Assisi il rito di beatificazione.