“Non faccio la vittimista e onestamente non posso parlare di discriminazioni, vista anche la mia personale carriera. Però è vero che la donna deve dimostrare più degli uomini di potercela fare”, ci disse Elisabetta Belloni nel 2011. Ora, dopo una brillante carriera nella nostra diplomazia, Mario Draghi, ha nominato l'ambasciatore Elisabetta Belloni Direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, in sostituzione dell'attuale Direttore generale, prefetto Gennaro Vecchione. È la prima volta che una donna arriva alla guida dei servizi segreti italiani.
Nata a Roma nel settembre del 1958, Elisabetta Belloni ha studiato nella stessa scuola dei Gesuiti frequentata da Mario Draghi, l’Istituto Massimiliano Massimo. In seguito si è laureata in Scienze politiche presso l’Università LUISS di Roma. “Ho sempre unito la passione per le materie scientifiche a una grande curiosità per il mondo esterno. Conoscendo le lingue, ho poi cercato di coniugare l’interesse per le materie internazionali con qualcosa di più scientifico: perciò anche gli aspetti economici mi attraggono in modo particolare”, confida a Famiglia Cristiana nel 2002.
Belloni è entrata in carriera diplomatica nel 1985 dopo un concorso, presta servizio alla Farnesina presso la Direzione generale degli affari politici, poi nel 1986 lavora presso l’UNIDO a Vienna. Dal 1989 al 1992, la troviamo nuovamente alla Direzione affari politici, dove segue i lavori della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE), è Vice Capo della Delegazione CSBM (Confidence and Security Building Measures) a Vienna e, in seguito, membro della delegazione italiana alla conferenza di Helsinki sui seguiti della CSCE. Dal 1993 al 1996 è Primo Segretario a Vienna alla Rappresentanza diplomatica presso le Organizzazioni internazionali poi, sino al 1999, presta servizio all’Ambasciata d’Italia a Bratislava. Rientrata a Roma nel 1999, lavora presso l’Ufficio Russia della Direzione affari politici. Nel 2000 è capo della Segreteria presso la Direzione per i Paesi dell’Europa; nel 2001-2002 è Capo dell’Ufficio per i Paesi dell’Europa centro-orientale. Dal 2002 al 2004 è capo della Segreteria del Sottosegretario di Stato agli Esteri. Nel 2004 è nominata Capo dell’Unità di Crisi della Farnesina. La andammo a intervistare nel 2005 e ci accolse al quinto piano del palazzo che ospita il ministero degli Affari Esteri. “Il mio mestiere”, ci disse, “è prevedere sempre il peggio, ma con la speranza che il peggio non succeda mai”. Quasi un motto. Appena arrivata alla guida dell’Unità di Crisi, nel novembre del 2004, Belloni deve coordinare l’evacuazione di 148 nostri connazionali e altri 267 cittadini europei in Costa d’Avorio, durante dei tumulti di piazza.
Dal 2008 al 2012 Elisabetta Belloni è Direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo. In questa veste, nel 2009 lancia su Famiglia Cristiana un appello a trovare per la cooperazione le risorse finanziarie e umane, “giunte al minimo storico”. “Siamo frustrati dalla situazione di ristrettezza in cui ci troviamo a operare”, dice. E aggiunge: “Credo che il rapporto con gli organismi non governativi, e in generale con la società civile, debba essere privilegiato”.
Dal 2013 al 2015 assume le funzioni di Direttore generale per le Risorse e l’Innovazione. Promossa Ambasciatore di grado nel 2014, nel 2015 assume l’incarico di Capo di Gabinetto del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Dal 5 maggio 2016 è Segretario Generale della Farnesina (prima donna a ricoprire questo incarico). In questo ruolo Elisabetta Belloni ha mostrato vicinanza e attenzione all’esperienza di Rondine Cittadella della Pace, l’ organizzazione che si impegna per la riduzione dei conflitti armati nel mondo e la diffusione della propria metodologia per la trasformazione creativa del conflitto in ogni contesto. “Rondine sarà l’esempio concreto ed esportabile di come i conflitti si possano affrontare e superare all’interno della società civile, ripartendo dal dialogo e da rapporti interpersonali, in un’ottica di sviluppo collettivo scongiurandone il degeneramento nel conflitto armato”, dichiara Belloni nel 2018, adoperandosi per la partecipazione di una delegazione di Rondine alle celebrazioni di New York per il 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Uno degli ultimi interventi pubblici di Elisabetta Belloni risale al febbraio scorso e riguarda la tragica uccisione dell’ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio,al quale dedica queste parole: “Luca ha interpretato la sua professione nella convinzione di potere contribuire alla costruzione di un mondo migliore, dove lealtà e merito vengono messi al servizio di valori e principi non negoziabili, in primo luogo la dignità della persona. Credeva che l'Italia — agendo insieme all'Unione Europea e alle Nazioni Unite — potesse svolgere un ruolo importante per promuovere sviluppo e pace. E a questo si è dedicato con umiltà ma anche con assoluto impegno e preparazione, lavorando in silenzio e con sobrietà”.