Cari amici lettori, si dice “vita da campioni”, immaginando una sfilza di successi e allori, ma sappiamo anche che comporta incidenti di percorso, battute d’arresto, delusioni e sconfitte, che non sempre è facile da accettare anche per chi è “campione”. Anzi forse di più, perché ci sono davanti traguardi, sogni da realizzare, titoli agognati da conquistare. Abbiamo tutti davanti agli occhi qualche scena di “disperazione” di atleti famosi di fronte a uno smacco, un incidente, una sconfitta.
Risalta dunque ancor più la reazione della campionessa olimpionica di sci Sofia Goggia, che lo scorso 23 gennaio è caduta durante il “supergigante” di Cortina d’Ampezzo valido per la Coppa del mondo, incidente che le ha causato una distorsione al ginocchio sinistro e una lesione parziale del legamento crociato e che mette in forse la sua partecipazione alle prossime Olimpiadi invernali. «Se questo è il piano che Dio ha per me, altro non posso fare che spalancare le braccia, accoglierlo e accettarlo», ha scritto sui social poco dopo. Quello che per altri sarebbe una “disgrazia”, una “sfortuna”, o una “maledizione”, Goggia lo legge invece nella prospettiva della fede in Dio. Di un Dio che è Padre sempre, sempre ci è vicino e vuole il nostro bene: qualunque cosa ci accada, non siamo soli in balìa delle nostre delusioni. Riconoscere la presenza nascosta di Dio che accompagna comunque le nostre vicende: questo è un atto di fede in Dio, che accoglie positivamente dalle sue mani quello che “càpita” e sa abbandonarsi a un “disegno superiore” con fiducia. Una bella testimonianza e un bell’insegnamento anche per noi, per reagire agli smacchi e alle avversità della vita.
Tante volte la nostra reazione istintiva (e magari anche quella successiva, più a mente fredda) è «questa non ci voleva proprio!», con un rifiuto della realtà che a volte fa più male della stessa realtà dolorosa che dobbiamo affrontare. La certezza invece che Dio misteriosamente è presente, è accanto a noi anche nelle ore più dolorose, ci aiuta a cambiare prospettiva sulla realtà: ad accoglierla e attraversarla sapendo che non siamo soli. Un atteggiamento che non è diverso dallo sguardo carico di speranza e fiducia di san Paolo, quando di fronte all’esperienza della realtà segnata dalla sofferenza anche per i credenti esclama: «Noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno». Perché «se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» (Romani 8,28.31). Fiducia in Dio, speranza, resilienza, volontà di ricominciare: parole di cui abbiamo bisogno più che mai anche noi oggi.