Dopo il colorito botta e risposta di ieri tra il sindaco di Milano Beppe Sala e il ministro del lavoro Luigi Di Maio sulle aperture domenicali dei negozi, con il secondo favorevole a porre delle limitazioni alle attuali normative, facciamo una panoramica su come si regolano nel resto dei paesi dell'Unione europea. Se è vero secondo una pubblicazione del centro studi Bruno Leoni, che in 16 dei 28 Stati membri dell'Unione europea non è presente alcuna limitazione di orario o apertura domenicale, l'Italia è tra i Paesi dove la liberalizzazione è più forte, in compagnia di Bulgaria, Croazia, Estonia, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Lituania, Lettonia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia.
Ma vediamo invece cosa succede nei Paesi a noi più vicini. In Austria i negozi di domenica restano chiusi, tranne quelli a vocazione turistica. In Francia vige il principio del riposo domenicale per dipendenti. Solo i negozi detenuti dai proprietari possono liberalmente rimanere aperti. Le eccezioni prevedono i negozi alimentari, mentre il riposo domenicale è concesso a partire dalle 13. Per i dipendenti che lavorano per i negozi più grandi di 400 metri quadrati, la remunerazione è aumentata del 30%. I negozi non alimentari, invece, hanno la possibilità di aprire previa decisione del sindaco. In questo caso la remunerazione è doppia.
In Germania i negozi restano chiusi la domenica e durante i festivi ad eccezione di panetterie, fiorai, giornalai, negozi per la casa, musei, stazioni ferroviarie, stazioni di servizio, aeroporti e luoghi di pellegrinaggio. In Spagna, invece, ciascuna Comunità autonoma stabilisce il numero totale di domeniche di lavoro annuali autorizzate. La maggioranza delle comunità autonome stabilisce 10 domeniche/feste nazionali di apertura.