«Civiltà. Vogliamo che l’Italia resti un Paese civile. Uno stato di diritto deve garantire la destinazione e un’accoglienza adeguata. Sui pullman che partono da Castelnuovo di Porto ci sono bambini, donne e uomini. Vogliamo sapere dove vanno e cosa troveranno al loro arrivo. Questo è quello che ho chiesto. Sono persone cui dobbiamo offrire tutta la nostra umanità». Si è espressa così dai suoi profili social la parlamentare di Leu che questa mattina con grande coraggio si è opposta fisicamente allo sgombero del cara di Castelnuovo di Porto.
E ancora: «Siano rese note le destinazioni dei migranti e il governo riferisca in aula sullo sgombero del Cara di Castelnuovo di Porto. I migranti che il ministro della paura Salvini ha deciso di trasferire sono persone e hanno il diritto di sapere dove saranno portati e che condizioni troveranno. Per questo stamattina ho bloccato un pullman che usciva dal centro».
E continua: «Come noto ho criticato aspramente e da subito il cosiddetto decreto Sicurezza voluto da Salvini che tanta parte gioca nella vicenda, ma qui metto in discussione il metodo. Visto che la decisione di sgomberare e chiudere il centro è stata presa. Gli ospiti però devono essere adeguatamente informati. Ricordo che l’operazione è partita con un preavviso di sole 24 ore e senza dare notizie ai migranti che vivono nel centro. Per questo già ieri avevamo chiesto che il governo venisse a riferire in Aula sull’accaduto. Richiesta che ribadiamo. Non dimentichiamoci di essere un Paese civile».
E chiude con una provocazione: «Con la chiusura del centro resteranno senza lavoro gli operatori della cooperativa che lo gestisce. Vorrei avere garanzie anche sul loro ricollocamento. Oppure “prima gli italiani” è solo uno slogan elettorale?».