«La sacra ordinazione, una volta validamente
ricevuta non diviene mai nulla» (Diritto canonico, 290). Come per il
Battesimo e la Confermazione anche per
il sacramento dell’Ordine si dice che esso
«imprime un carattere indelebile». Un’espressione
umana per significare un patto
di alleanza con Dio che, da parte sua, non
verrà mai revocato. Per ragioni personali
o disciplinari è possibile la “perdita” dello
stato clericale (questa è l’espressione corretta).
Infatti, non si tratta di “ridurre”, ma di
dispensare dagli obblighi di un particolare
“stato di vita”. Non cambia quindi l’identità
profonda del ministro ordinato con tutte le
sue facoltà, ma il suo stile di vita e la liceità
dell’esercizio del suo ministero. Infatti, le
sue eventuali azioni sacramentali restano
sempre valide, sebbene illecite.