Elena Bonetti è il nuovo ministro delle Pari opportunità, Famiglia e Disabilità del governo Conte bis. Mantovana, nata ad Asola, 45 anni, laurea in matematica conseguita a Pavia nel 1997, è professore associato di Analisi matematica all’università di Milano.
Sposata con due figli, è entrata in politica da poco tempo grazie a Matteo Renzi che nel 2017 l’ha voluta nella segreteria del Pd, partito a cui s’era iscritta poco prima. Scrive di sè nella breve biografia che compare sul sito del Partito democratico: «Nella ricerca ho imparato che si cresce se si gioca in squadra. La passione educativa e il desiderio di accompagnare le giovani generazioni ad essere buoni cittadini, capaci di contribuire a scrivere una storia bella e generativa per la nostra comunità, trovano le radici nel mio cammino scout. Su questa strada ho imparato la bellezza del camminare insieme, la felicità e la pienezza che nascono dal servizio, il coraggio di dire sì, la chiamata a lasciare il mondo migliore di come l'abbiamo trovato».
Da sempre appassionata volontaria nella formazione culturale dei giovani, è assai attiva nei social. Nell’agosto scorso ha organizzato la scuola di formazione politica per under 30 “Meritare l’Italia”, in Garfagnana, ideata da Matteo Renzi.
Ama citare don Milani e Santa Caterina da Siena. Nel suo primo saluto, dopo aver appreso della nomina, ha usato, non a caso, un motto scout: “Buona strada a tutti noi”. L’adesione all’Agesci (l’associazione delle guide e degli scout cattolici) dove ha svolto anche ruoli di dirigente, è stata, infatti, esperienza importante nella sua formazione.
Si è distinta, tra l’altro, nel 2014 per aver firmato l’appello assieme a don Gallo per chiedere il riconoscimento delle unioni gay. Un indizio che la linea del suo ministero segnerà una forte discontinuità rispetto a quella portata avanti dal suo predecessore, l’ex-ministro Lorenzo Fontana (Lega).