Una “Marcia Contro i Muri e per l’accoglienza” alla frontiera tra Slovenia e Italia, ultima tappa di quella Rotta balcanica lungo la quale si infrangono le speranze di decine di migliaia di migranti. L’appuntamento è per il 13 maggio, per dare voce a quella parte di Europa e d’Italia che non si arrende ai muri e alle paure e che vuole tutelare i diritti delle persone in cerca di protezione.
La marcia sarà l'atto conclusivo di Sabir, festival diffuso delle culture mediterranee di quest’anno: la kermesse itinerante promossa da Arci, Caritas Italiana, Acli e CGIL, in collaborazione con ASGI e Carta di Roma, si svolgerà a Trieste dall’11 al 13 maggio prossimi, in diversi spazi della città che da sempre è crocevia di culture e religioni, confine di terra e di mare dell’Europa.Avrà come titolo: “Libertà di movimento”.
Una tre giorni che vuole essere un’occasione per affrontare le tematiche della solidarietà, dei diritti umani, delle migrazioni internazionali, della guerra e della pace. Uno spazio di discussione e testimonianza per riflettere su alternative e pratiche innovative, dando voce alle associazioni, ai movimenti e alle organizzazioni sociali del Mediterraneo e promuovendo lo scambio con le comunità locali: 30 saranno gli incontri internazionali che si alterneranno ad attività culturali, eventi musicali, teatrali, presentazione di libri e proiezioni cinematografiche e oltre cento i relatori.
Il festival, nato nove anni, si è svolto nelle edizioni passate a Lampedusa, Matera, Pozzallo, Siracusa, Palermo e Lecce. Caritas di Trieste, coinvolta dalla Caritas Italiana, propone una serie d’iniziative che pongono al centro nuovi linguaggi nella narrazione delle migrazioni e dello “straniero” per sensibilizzare la comunità, per raccontare i migranti non solo attraverso gli orrori, ma anche puntando sull’umanità, la ricerca del futuro, l’identità, la cura, la bellezza.
Tra gli eventi proposti, il convegno europeo “Politiche e pratiche di integrazione a confronto” sulle politiche di integrazione mettendo in relazione la fame di posti di lavoro da parte delle aziende e l’integrazione dei lavoratori stranieri che necessitano di un accompagnamento per trovare la giusta soluzione abitativa, per l’integrazione delle famiglie, i servizi per i minori. Su integrazione e il dialogo interreligioso verterà invece l’incontro organizzato da Caritas Italiana e le ACLI, in cui donne delle religioni monoteiste (cattolica, ebraica, musulmana, serbo-ortodossa, luterana), si confronteranno su donne immigrate, dialogo interreligioso, pace e inclusione.
Saranno presentati anche due saggi: “Inseguendo le Rotte. Da “Philo-atlas”, una guida per emigrare dall'Europa nazista, alle migrazioni di oggi”, in collaborazione con la comunità ebraica di Trieste, un libro pubblicato nel 1938, una guida per orientare gli ebrei in fuga, che può essere messo in relazione con i siti e le app che oggi guidano i migranti per le varie rotte; e “Volti al futuro. Incontro a più voci su storie di migrazione, tra fotografia, letteratura e buone pratiche” con il Centro Astalli, che vedrà la partecipazione online della scrittrice Melania Mazzucco.
Nello spirito del festival che vuole far conoscere l'anima dell città ospitante, sono state anche organizzate due visite guidate: la prima, l'11 maggio, alla città slovena e multiculturale ("Trieste duale, Trieste plurale"in collaborazione con Zveza slovenskih kulturnih društev ETS); la seconda il 12, al Roseto del parco San Giovanni ("Attraverso il manicomio: bordi favorevoli bordi contrari", passeggiata storico-psichiatrica condotta dallo psichiatra Mario Novello, là dove nacque la rivoluzione basagliana, all'interno della rassegna "Rose, Libri, Musica, Vino").
Nell’appello firmato dagli organizzatori della marcia del 13 maggio si sottolinea come “negli ultimi anni l’Europa sia attraversata da venti di intolleranza e di chiusura contro le persone di origine straniera e in particolare contro coloro che arrivano alle nostre frontiere in cerca di protezione. I governi e i parlamenti, con scarsa lungimiranza, anziché dare risposte giuste ed efficaci attraverso regole che consentano alle persone di attraversare le frontiere in sicurezza e legalità, alimentano le paure, spesso attraverso campagne di vera e propria criminalizzazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Noi pensiamo, invece, che l’Italia e l’Europa dei popoli siano migliori di questa pericolosa caricatura che intende impedire a chi cerca protezione di trovare spazio per una vita dignitosa, negando la propria storia, la propria cultura e civiltà giuridica e costruendo muri”.
(per informazioni www.festivalsabir.it)