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lunedì 17 marzo 2025
 
Teatro
 

Dall'Afghanistan all'Italia, 11 anni in cerca di salvezza

27/01/2020  Al Teatro Franco Parenti di Milano va in scena di monologo di Paolo Briguglia Nel mare ci sono i coccodrilli, tratto dal romanzo di Fabio Geda, la tragica epopea di Enaiatollah Akbari

Paolo Briguglia è un volto noto al pubblico cinematografico (El Alamein, Buongiorno notte, Baaria…) e televisivo, ma ha recitato anche in numerose produzione teatrali. In Nel mare ci sono i coccodrilli, tratto dal best seller di Fabio Geda, regge splendidamente il palco impegnato in un lungo monologo nei panni di Enaiatollah Akbari, il ragazzo afghano che ha compiuto un pericoloso viaggio fino ad arrivare a Torino. Del testo oltre che unico interprete è anche il regista, mentre lo script è a opera dello stesso Geda. Paolo Briguglia il testo lo conosce bene poiché è stata la voce dell’audiolibro uscito  nel 2010.  Prodotto BAM Teatro in collaborazione con Palermo Teatro Festival, lo spettacolo Nel mare ci sono i coccodrilli - Storia vera di Enalatollah Akbari, in scena fino al 2 febbraio al Teatro Franco Parenti di Milano. 
Briguglia, con l’abito tradizionale afghano, si presenta seduto su una sedia in un palco per il resto spoglio. Inizia il suo racconto quando bambino viene portato dalla madre In Pakistan per sottrarlo a un destino segnato, lui ragazzino azaro, vittima designata del fanatismo talebano, dopo la morte del padre. Si addormenta con la madre al fianco e quando si sveglia non la trova più. Inizia per lui una vita solitaria di duro lavoro, costretto a crescere in fretta. Nella speranza di migliorare la propria condizione va in Iran a lavorare come muratore con il rischio di essere in ogni momento rimpatriato a forza dalla polizia. La sola prospettiva per un affrancarsi è affidarsi ai trafficanti di esseri umani per arrivare in Europa. Un viaggio faticosissimo, giorni e giorni a piedi su per le montagne, con i compagni che muoiono di stenti. Il passaggio più duro è quando compi un tragitto di tre giorni stipato con gli altri nel cassone di un camion rannicchiato in soli 50 centimetri, senza bere né mangiare e urinando in una bottiglia. In Turchia vive per strada , poi si imbarca su un gommone e raggiunge la Grecia. E da qui su un barcone arriva a Venezia, per poi approdare a Torino, dove trova una famiglia che lo ospita e può, dopo 11 anni ricontatta per telefono la madre.  Una storia incredibile che rivive nel monologo di Briguglia con forza evocativa,  sottolineata dal commento musicale e sapienti effetti sonori. Una recitazione intensa, ma misurata, senza sterili virtuosismi ma funzionale al racconto già di per sé drammatico. 

Il libro

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