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giovedì 10 ottobre 2024
 
Il dibattito
 

Democratici nel panico dopo il primo confronto tra Biden e Trump

28/06/2024  Il presidente ha mostrato tutti i limiti della sua condizione fisica e mentale. Rauco e balbettante di fronte al rivale, come al solito bugiardo e fanfarone. Il partito democratico ora si interroga se e come sostituirlo

Il partito democratico degli Stati Uniti è precipitato nel panico dopo il dibattito televisivo fra Joe Biden e Donald Trump organizzato dalla CNN ad Atlanta, il primo della campagna elettorale per le elezioni presidenziali previste il 5 novembre.

È accaduto quello che molti temevano e che solo qualche ostinata anima bella si ostinava a negare: Joe Biden, 81 anni,  ha mostrato tutti i limiti che gli sta procurando una senilità galoppante. Certo, gli avversari e i siti russi negli ultimi mesi sono stati abili a manipolare immagini di Biden facendolo sembrare ancora più smarrito e vacillante di quanto non sia, ma i 90 minuti del dibattito di Atlanta sono stati impietosi.

Di recente Peter Baker, che da anni segue la Casa Bianca per il New York Times, aveva osservato: “Ci sono due Biden che coesistono l'uno accanto all'altro. C'è quello che dimentica nomi e luoghi e può perdersi nel bel mezzo di un ragionamento, ma c'è anche il Biden che si comporta come ci si aspetta che faccia un presidente, che interroga i suoi assistenti su ciò che sta accadendo e si assicura di avere tutte le informazioni - anzi, li corregge quando pensa che si stiano sbagliando -, che prende decisioni incisive quando sono necessarie, che prende decisioni sagge di fronte a queste enormi sfide e crisi che un presidente può affrontare”. Ma è ancora così? I contenuti del dibattito, nel quale Trump è mostrato  il solito inaffidabile e bugiardo fanfarone, passano in secondo piano rispetto all’analisi sulla prestazione fornita da Biden.

“In questo momento c'è un panico profondo, ampio e molto aggressivo nel Partito Democratico. È iniziato pochi minuti dopo il dibattito e continua anche adesso. Coinvolge strateghi del partito e funzionari eletti. Coinvolge i raccoglitori di fondi, che stanno discutendo della performance del Presidente, che ritengono sia stata abissale, e che pensano possa danneggiare altri membri del partito. Stanno discutendo su cosa dovrebbero fare al riguardo. Alcune di queste conversazioni includono: dovremmo andare alla Casa Bianca e chiedere al Presidente di farsi da parte? I Democratici di spicco dovrebbero rendere pubblica questa richiesta?”, si è interrogato subito dopo il dibattito John King, il giornalista della CNN che da anni segue da vicino la Casa Bianca e la politica americana.

“La performance traballante e discontinua del Presidente Biden al dibattito ha spinto i Democratici a parlare di una sua sostituzione”, scrive il New York Times. “Biden ha incespicato in alcuni momenti, pronunciando le sue repliche con voce sottile, parole borbottate e occasionali sguardi di confusione”, sottolinea il Washington Post.  “L'esibizione a singhiozzo del Presidente Biden contro Donald Trump giovedì ha lasciato il Partito Democratico in subbuglio, con i funzionari che hanno cercato di analizzare le prospettive del Presidente dopo un'apparizione in cui è inciampato sulle parole, ha balbettato molte risposte e ha sollevato le diffuse preoccupazioni degli elettori sul fatto che sia troppo vecchio per servire”, è l’analisi del Wall Street Journal. Giudizio condiviso anche da USA Today: “La voce del Presidente era rauca e le sue risposte incerte, in una performance che ha alimentato le preoccupazioni sulla sua età, non le ha risolte. Ha innervosito anche alcuni democratici che lo sostengono e ha sollevato dubbi sul futuro della sua candidatura”

"Sì, l'inizio è stato lento, ma il finale è stato forte”, si consola la vicepresidente Kamala Harris ai microfoni della CNN. In effetti nel corso del dibattito, Biden è apparso più padrone dei fatti di fronte al  flusso di falsità da parte di Trump, ma ciò non sembra essere stato sufficiente a superare le preoccupazioni dei democratici per la sua instabilità. Il pietoso soccorso della vice sembra una voce isolata in un momento in cui il partito democratico ha preso atto dei limiti attuali del candidato Biden.

Nella recente storia della politica statunitense si è visto che I candidati riescono a sopravvivere a dibattiti negativi. Nelle loro campagne per la rielezione, sia Ronald Reagan nel 1984 che Barack Obama nel 2012 vacillarono  nel primo dibattito per poi riprendersi in quello successivo. Biden ha in calendario un altro dibattito, fissato il 10 settembre sulla ABC. Prima di quella data ci sarà, in agosto, la Convention del partito democratico a Chicago. Quella potrebbe essere la sede per nominare un altro candidato. “Un passo”, scrive USA Today, “che, secondo le regole del partito, potrebbe avvenire solo se Biden decidesse di ritirarsi. È un passo che non è mai avvenuto a questo punto del processo, non nei tempi della politica moderna”.

 
 
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