Cari amici lettori, sono bastate poche parole di papa Francesco, 20 secondi, nel documentario del regista Evgeny Aneevsky (l'intervista al regista si può leggere qui), a scatenare un putiferio. Eppure, si è trattato solo di un equivoco. Così, come ha scritto il teologo Pino Lorizio sul sito di Famiglia Cristiana, «nella trappola sono caduti sia quanti, da sinistra, hanno voluto leggere in questa vicenda una svolta nel magistero, sia coloro che ne hanno tratto occasione per denigrare papa Francesco no a considerarne l’insegnamento addirittura “eretico”». Ma cosa ha detto veramente Francesco? Un articolo di Stefano Caredda sul sito redattoresociale.it ci aiuta a fare chiarezza. Emerge come, dei 20 secondi in questione, la prima parte sia un collage di parole fuori contesto, di frammenti uniti in sede di montaggio; la seconda possa essere intesa in modo diverso. L’intervista, tra l’altro, risale a un anno e mezzo fa ed era disponibile a tutti in video n da allora. Partendo dall’intervista originale, quindi, quando il Papa parla del diritto a stare in famiglia, è chiaro che si sta riferendo alla famiglia di origine. E vuole solo dire che gli omosessuali non devono essere cacciati dalla famiglia in cui sono nati. Per la seconda parte le cose sono più complicate. Infatti, nel video, questo spezzone era stato tagliato. Viene quindi il dubbio che anche qui si siano fatte delle estrapolazioni indebite. Il Papa parla di leggi di «convivenza civile» (in spagnolo convivencia civil) che i media italiani hanno tradotto «unioni civili». Per capire bene occorre rifarsi all’intervista originale, dove il riferimento era al dibattito del 2010 in Argentina sulle nozze gay. L’arcivescovo Bergoglio, come ha scritto in un messaggio su Facebook mons. Victor Manuel Fernández, arcivescovo di La Plata, era per riconoscere che tra i gay c’erano legami che andavano oltre il piano sessuale. In caso di malattia o di morte, ad esempio, uno può volere che i suoi beni vadano all’altro o di essere assistito da costui invece che da un familiare. Ebbene, scrive mons. Fernández , «tutto ciò può essere contemplato da una legge», che si può denire sulle «unioni civili o normativa di convivenza civile, non matrimonio». Qual è, allora, il vero pensiero del Papa, al di là di riduzioni, estrapolazioni e falsi scoop? Un testo certo è in Amoris laetitia: «Ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione» (n. 250), tuttavia «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia» (n. 251).