La dichiarazione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi all’indomani della strage di migranti nelle coste calabresi («La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli») ha suscitato un forte sdegno. Tra coloro che hanno preso una posizione forte e netta lo scrittore e docente di lettere Enrico Galiano che ha pubblicato un post su facebook in cui afferma:
Io glielo dirò, domani, cosa avete fatto.
Entrerò in classe e leggerò ai miei studenti le dichiarazioni del ministro che ha detto:
«Io non partirei se fossi disperato perché sono stato educato alla responsabilità».
Le leggerò e mi siederò lì ad ascoltare cos'hanno da dire. Hanno dodici anni, i miei studenti. Ed è giusto che sappiano.
Lo vedranno da soli che avete fatto arrestare chi voleva salvare delle persone.
Che avete scritto e detto cose orrende, che avete l'anima sporca di parole che nessuno potrà cancellare.
Glielo dirò che avete costretto in porto le navi che avrebbero potuto salvarli.
Glielo dirò che sono anni che usate la vita delle persone per raccattare quattro voti in più.
Glielo dirò che cosa avete fatto.
Cosa abbiamo fatto, in realtà. Perché siamo tutti responsabili.
Glielo dirò che quelli che c'erano prima non erano così diversi, solo che sapevano nasconderlo meglio.
E mandatemi la Digos, mandate chi volete, toglietemi la cattedra, la classe.
Alla fine è tutto quello che sapete fare: usare la forza con i più deboli. Con quelli davvero forti non ci provate neanche.
Sospendetemi pure: voglio poter dire a mia figlia, quando sarà grande e vedrà cosa stava succedendo in questi giorni, in questi anni, quando mi chiederà dov'ero, voglio l'orgoglio di poterle rispondere, a testa alta: dall'altra parte.
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per capire che cosa lo ha mosso a fare queste affermazioni nella sua veste di insegnante di scuola media.
«Io spesso prendo spunto dall’attualità per fare lezione. Ho una prima media, e la prima cosa che ho fatto è stato partire dalle parole, per spiegare termini come Ong, rifugiato, richiedente asilo, pregiudizio. Poi ho letto la notizia da tre diverse fonti, Il Post, Internazionale e l’Essenziale, e solo alla fine ho letto le dichiarazioni del Ministro. Lasciando liberi i ragazzi di commentare: c’è chi ha detto che il ministro non aveva tutti i torti, e una ragazzina che ha detto che se è evidente a noi che siamo piccoli che tutto questo è ingiusto, come possono non arrivarci i governanti?».
Ha paura di ripercussioni simili alla presa di posizione del ministro Valditara contro la preside di un liceo fiorentino che aveva scritto una lettera di condanna al fascismo?
«Non ho paura ma non lo escludo. Ci sono già stati dei precedenti in questa direzione. Ricordo la professoressa di Palermo sospesa nel 2019 per aver permesso ai suoi alunni di accostare le leggi razziali ai decreti sicurezza dell’allora ministro dell’Interno Salvini. Io ai miei ragazzi ho parlato anche delle recenti e terribili nuove regole contro i migranti del 16 febbraio. Ma non si tratta di fare politica, né di indottrinare qualcuno, infatti io raccomando sempre agli studenti non solo di verificare le fonti ma di verificare anche quello che io stesso dico loro».
Lei è docente in un comune del Friuli Venezia Giulia, una regione governata dalla Lega. Le è mai capitato che dei genitori protestassero contro le sue lezioni?
«Mi sono arrivate anche delle lettere anonime a casa, e una volta un gruppo di genitori si sono coalizzati tra di loro e mi hanno chiesto un confronto davanti alla preside; io ho spiegato le mie ragioni, loro sono rimasti sicuramente della loro idea, ma non hanno ravvisato estremi per procedere in altri modi contro di me».
Lei che cosa pensa del fenomeno migratorio e di come affrontarlo?
«Che non dobbiamo mai perdere la nostra umanità, trovo assurdo anche distinguere traa migranti per motivi politici e per motivi economici, come se i secondi avessero meno diritti di essere salvati. Ho riletto un pensiero di Umberto Eco scritto venti anni fa. Possiamo provare a regolamentare l’immigrazione, ma non potremmo mai controllare il fenomeno migratorio, che è insito nella storia dell’uomo».