Ha disegnato il logo del Convegno eucaristico nazionale, che si concluderà con la visita di papa Francesco domenica 25 settembre. Ma soprattutto ha costruito il carro trionfale che lo scorso 2 luglio è sfilato tra i Sassi di Matera, in occasione della festa della Madonna santissima, detta della Bruna, patrona della città, giunta alla sua 633ª edizione. Eustachio Santochirico, detto Uccio, è il più giovane maestro cartapestaio ad aver avuto l’onore di progettarlo e costruirlo. Un’esperienza che unisce un’arte antica e una fede profonda. «È qualcosa che mi porto dentro sin da piccolo», racconta Uccio, che ha 33 anni e si è sposato da poche settimane. «Per noi bambini quella del 2 luglio era la festa della Bernetta, la Brunetta. Ricordo mio nonno che ci portava con tutti i cugini alla novena e poi, il giorno della festa, accompagnava i muli che tiravano il carro. È stato lui a trasmettermi la passione». Quest’anno, tuttavia, per Santochirico è stata una festa davvero speciale. Lo è stata in qualche modo per tutti i materani, perché, dopo due anni di fermo per il Covid-19 – era successo solo un’altra volta dopo la Seconda guerra mondiale – si è potuti tornare a festeggiare la Bruna nella maniera più grandiosa possibile, con celebrazioni solenni, processioni affollatissime e luminarie spettacolari. Un’occasione di fede e di socialità davvero molto forte.
La "Benedizione" del carro
Per Uccio è stato anche un momento di profonda emozione, in particolare quando il grande carro, che aveva realizzato già nel 2020, è potuto finalmente sfilare nei Sassi di Matera, la parte più antica e suggestiva della città, per poi approdare nella piazzetta centrale dove si è ripetuto il rito dello “strazzo”. Il carro, cioè, è stato letteralmente assaltato e demolito dai cosiddetti “vastasi” in poco più di tre minuti. Mesi di lavoro, anni di attesa, e tutto svanisce in pochi secondi. In realtà, chi riesce a impossessarsi di un pezzo se lo porta a casa come una specie di reliquia, una benedizione.
E così il carro, fatto in mille pezzi, continua a vivere e a nutrire la fede di migliaia di materani. Anche di questo Uccio è fiero e orgoglioso: «È stato un grande onore per me vincere il concorso e realizzare il carro, dopo che per molti anni avevo collaborato con alcuni maestri cartapestai, e in particolare con il mio maestro Michelangelo Pentasuglia recentemente scomparso, che hanno fatto la storia e la tradizione di quest’arte a Matera». Un’arte tutta particolare quella della cartapesta che, anche in questa città, è sempre appartenuta a poche famiglie che se la tramandavano di padre in figlio, trasferendo gelosamente tecniche e segreti di generazione in generazione. In questi ultimi anni, tuttavia, non sono mancate aperture e cambiamenti, come dimostra l’esperienza di Santochirico: «Dietro questo risultato c’è tanto lavoro, lunghi anni di apprendistato e anche la capacità di innovare e di coinvolgere altre persone», commenta Uccio. «E, per quanto mi riguarda, c’è anche una fede profonda che nutre questa mia passione».
La sua formazione è proceduta lungo due binari: uno, quello più tradizionale, lo ha visto impegnato a lungo in una bottega. «Già durante le scuole superiori ho iniziato a lavorare per apprendere l’arte della cartapesta, quindi ho frequentato una bottega di restauro per 11 anni. A Matera c’è un’antica tradizione, ma ora assistiamo a un cambio generazionale, con diversi giovani che si interessano alla lavorazione della cartapesta». Uccio ha cominciato la sua prima collaborazione al carro della Madonna della Bruna nel 2005. «Dopo molti anni ho partecipato al bando con un mio progetto. E nel 2019 ho vinto il concorso». Nel frattempo, però, ha maturato anche un’esperienza di impegno sociale presso la cooperativa Oltre l’arte, creata dalla diocesi per sostenere l’imprenditoria giovanile e promuovere l’occupazione. Hanno cominciato in sette e sono arrivati ad avere 60 dipendenti, tra cui alcuni disabili. Tra le molte attività che la cooperativa promuove, soprattutto di carattere culturale – tra cui le visite a tre chiese rupestri di Matera, alla cattedrale e al Museo diocesano – la cooperativa gestisce anche un laboratorio di artigianato solidale di cui Uccio è direttore artistico. Da un quartiere di Matera ha “attinto” anche la sua “squadra”: «Dodici persone, tra cui sei disabili per dar vita a un progetto sociale inclusivo oltre che artistico». Continua Uccio: «Lavoro in uno spazio in coworking nel locale di una parrocchia del quartiere La Nera, messo a disposizione dalla comunità», racconta il giovane maestro. «Il laboratorio è un luogo di formazione, inclusione sociale e coinvolgimento della comunità stessa. Da lì è partito anche il progetto del carro della Bruna di quest’anno»
Un laboratorio solidale
Dietro c’è una grande sensibilità sociale, l’idea di recuperare gli “scarti” in tutti i sensi, secondo gli insegnamenti di papa Francesco. Ovvero, spiega Uccio, «c’è la volontà di dare un’opportunità di formazione e lavoro a persone che sono ai margini e allo stesso tempo di riciclare materiali di recupero che rappresentano circa il 30-40 per cento di quelli usati per il carro in un’ottica di ecologia integrale». In tutto questo, inoltre, c’è anche una profonda esperienza di fede: «Un’esperienza che mi porto dentro sin da bambino, da quando con mio nonno vivevo tutte le fasi di questa festa che per noi materani è davvero molto sentita. E dunque anche il mio progetto è un tentativo di veicolare un messaggio evangelico per tutti». Il carro, infatti, rappresenta la conversione di Zaccheo («Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua», Luca 19,1-10) e «fa riferimento anche ai 750 anni di fondazione della cattedrale di Matera, casa di Dio e casa degli uomini», spiega l’artista. Infine, è un segno di speranza. Soprattutto per i giovani. Santochirico, infatti, ha dedicato il carro a «tutti coloro che sono stati costretti a lasciare Matera e il territorio per andare altrove a studiare o in cerca di lavoro, affinché come me possano avere la possibilità di realizzare i loro sogni nella loro terra».
Il convegno nazionale eucaristico
Dal 22 al 25 settembre si terrà a Matera il Convegno nazionale eucaristico dal titolo Torniamo al gusto del pane. Per una Chiesa eucaristica e sinodale. Parte integrante del cammino sinodale delle Chiese in Italia, l’evento ruoterà attorno al tema del “pane”, che a sua volta richiama quello della comunione, della partecipazione e della missione, in un’ottica di conversione ecologica, pastorale e culturale. I lavori si chiuderanno domenica 25 con la visita di papa Francesco che, dopo aver incontrato profughi e rifugiati, celebrerà la Messa in piazza Matteotti. Per saperne di più: www.congressoeucaristico.it.
Chi è
Età 33 anni
Professione Maestro cartapestaio
Famiglia Sposo novello
Fede Ereditata dal nonno