Saranno don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, e Lucia Annunziata, moderati dalla giornalista di Famiglia Cristiana Annachiara Valle, ad aprire il 17° Festival della Comunicazione in programma a Rieti dal 21 al 29 maggio e promosso dalle Paoline e dai Paolini. L’appuntamento è al Teatro Flavio Vespasiano sabato 21 maggio alle 11 con la tavola rotonda “Tra emergenze e differenze”.
La kermesse, presentata nei giorni scorsi durante una conferenza stampa, sarà preceduta, dal 2 all’8 maggio, da un ciclo di eventi tutti dedicati ai bambini, agli adolescenti e alle loro famiglie, che sarà aperto da Marco Carrara, autore e conduttore RAI, che parlerà dei social: un mondo da abitare nel modo giusto, per il bene di tutti.
A ospitare il Festival quest’anno è la città di Rieti e il motivo lo ha spiegato il vescovo della città mons. Domenico Pompili, il quale ha indicato la prospettiva di accrescere la consapevolezza sul panorama mediale in cui abitiamo: un ambiente misto, nel quale ciascuno sta con un piede on-line e uno off-line. Una situazione che «sta ridisegnando le nostre vite quotidiane con effetti dirompenti nelle relazioni interpersonali, nella coscienza individuale, nelle dinamiche economiche e sociali, nella stessa esperienza spirituale», ha detto Pompili, evocando il rischio di venir condizionati dagli algoritmi.
Il tema del Festival, ricavato dal Messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, è “Ascoltare con l’orecchio del cuore”. Secondo Pompili, «si intuisce una grande questione che è insieme culturale ed educativa», perché «ogni cambio tecnologico produce anche un cambio antropologico», e allora è necessario «chiarire i nessi tra il nuovo linguaggio digitale che soppianta l’analogico e la vita dei nostri bambini, adolescenti, giovani, adulti e anziani».
Un evento dedicato ai 90 anni della nostra rivista
Sul rapporto tra le generazioni si è soffermato il frate francescano Paolo Benanti, esperto di tecnologie digitali, intelligenza artificiale e gestione dell’innovazione: «Si è invertita la direzione dell’informazione, una volta era il maestro anziano che insegnava ai giovani il mestiere, oggi sono i nipoti a insegnare ai nonni come si usa il tablet», ha detto. Un rovesciamento che ci interroga e ci pone davanti a scelte e sfide enormi rispetto alle quali il Festival può essere uno stimolo ad aprirsi, per trasformare l’innovazione in sviluppo, «mettendo l’uomo al centro», un po’ come è avvenuto nel Rinascimento.
Proprio a questa ricchezza umana ha fatto riferimento suor Cristina Beffa, in rappresentanza delle Paoline e dei Paolini. Raccontando la storia del Festival ne ha ricondotto le ragioni al bisogno di puntare le luci sul messaggio del Papa per aiutare le persone a riflettere sulla comunicazione. E il tema di quest’anno, con il suo invito ad aprire il cuore e mettersi in ascolto degli altri, fa vibrare insieme le corde primarie della comunicazione e dell’umanità.
Tra gli ospiti del Festival il presidente di Slow Food, Carlo Petrini; il linguista Luca Serianni; il neurobiologo vegetale Stefano Mancuso; la sociologa Chiara Giaccardi, Enrico Mentana, Giovanni Grasso (direttore dell’ufficio stampa della Presidenza della Repubblica), Paolo Ruffini (prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede), David Puente (vicedirettore di Open.online) e Marco Tarquinio (direttore di Avvenire).
Tra gli appuntamenti in programma, “Notizie e non solo, al di là e al di fuori dei Palazzi. Il caso di Famiglia Cristiana - In ascolto della gente, al servizio della Chiesa e della società” mercoledì 25 maggio nella chiesa di San Giorgio dedicato ai 90 anni della nostra rivista con Giovanni Grasso, Paolo Ruffini, il direttore don Stefano Stimamiglio e mons. Domenico Pompili, moderati da Francesco Anfossi. Una riflessione su post verità e fake news a partire dalla guerra in Ucraina giovedì 26 con Chiara Giaccardi e David Puente mentre sabato 28 la passeggiata-dibattito su “Il verde e il blu: alberi, acque, cibo e vita” nella Riserva dei laghi Lungo e Ripasottile con Carlo Petrini e Stefano Mancuso moderati da Marco Tarquinio.