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lunedì 24 marzo 2025
 
 

Famiglie ferite: Antonella e Nicola, rottura e ritorno

02/10/2014  Affrontare le tante questioni sul tappeto senza paure o sospetti. Tenendo presente la realtà. Cominciando dalle "famiglie ferite". Come quella di Antonella e Nicola: le nozze, due figli, sei anni di separazione, il riavvicinamento.

Al dito la fede, benedetta di nuovo, di Santa Rita, «perché quella del matrimonio l’ho fatta fondere. Ero così arrabbiata che o fondevo l’anello o fondevo lui». Ha un sorriso contagioso, Antonella. Anche se la felicità ritrovata con suo marito Nicola non è stata a basso prezzo. Sei anni di separazione prima del riavvicinamento definitivo. E adesso Paolo e Sara, 14 e 11 anni, guardano i genitori abbracciati e sorridono. Divertiti anche loro della ritrovata complicità tra la loro mamma e il loro papà. «Non è stato semplice», raccontano, seduti vicini nella loro casetta di Guidonia. «Abbiamo dovuto imparare a tirare fuori le emozioni, a dire quello che provavamo, a perdonarci, a pensare in termini di noi e non di io».

Decidere è fondamentale

Sul mobile accanto un cubo di legno, quello di Retrouvaille, letteralmente “ritrovarsi”, un’esperienza cristiana nata in Canada nel 1977 e oggi estesa in quasi tutto il mondo. Sulle facce del dado le 5 “d” da tenere sempre presenti nella vita di coppia: “darsi da fare”, “dialogare”, “discutere”, “desiderare”, “decidere”. «Proprio decidere è la parola fondamentale ». Bisogna decidere che si vuole stare insieme, che si vogliono superare i problemi, spiega Nicola. Entrambi infermieri, 43 e 42 anni, sposati nel 1999, Antonella e Nicola Lops capiscono presto che il matrimonio «non era esattamente come ce lo eravamo immaginato: una bella favola senza problemi, una famiglia felice senza difficoltà». E invece le difficoltà arrivano, con la malattia del padre di lui, con la gravidanza di lei. «Ci siamo via via allontanati sempre di più. Lui mi rimproverava di non essergli abbastanza vicino nell’affrontare la malattia e poi la morte del suo genitore. Io gli rimproveravo di non essere vicino a me durante la gravidanza. Fatto sta che ciascuno ha cominciato a pensare a sé stesso, si parlava solo per litigare». Lei sempre più concentrata sui figli, lui che cercava sfogo altrove. Arrivano i tradimenti, sempre più difficili da sopportare, e poi la separazione. Lei resta in casa con i bambini, lui torna a vivere da sua madre. Passano così sei lunghi anni, «in cui però abbiamo cercato di essere buoni genitori, di non far soffrire i bambini. Quasi quasi siamo stati più vicini in questi sei anni che quando stavamo insieme».

La separazione, confessa Nicola, «per me era stata una liberazione. Ormai vedevo il matrimonio come un sistema oppressivo, volevo fuggire dalla famiglia. Poi, però, sono arrivati i sensi di colpa, nei confronti di mia moglie, ma soprattutto dei ragazzi per averli abbandonati. Ho allora cercato di essere un genitore presente, un padre vero. È questa la molla che mi ha spinto anche a cercare un dialogo con Antonella». Parte da qui il lento riavvicinamento. Poi i consigli di un’amica, l’incontro con Retrouvaille. «Abbiamo fatto un week-end a Vallombrosa, in Toscana, proprio lo scorso ottobre. Da lì abbiamo preso la decisione di fare il percorso che ci proponevano, di provare a tornare insieme».

Il pilastro della preghiera

Non è stato semplice, «perché non è che i problemi spariscono. Però abbiamo cominciato a vederli in altro modo». Anche con l’aiuto della fede. «La preghiera è uno dei pilastri della nostra famiglia», spiegano insieme, guardando le tre Bibbie a portata di mano nel soggiorno. «Siamo determinati ad andare avanti. Il Signore ci ha fatto veramente un grande dono a farci ritrovare e noi non smetteremo mai di ringraziarLo per questo. Sappiamo che ci saranno altri momenti difficili, ma anche che Lui non ci lascerà soli».

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