Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 02 novembre 2024
 
I lettori ci scrivono
 

Gay, prima discriminati, ora intolleranti

26/03/2015  Alessio ci scrive: "I bambini hanno il diritto di crescere con la figura del padre e della madre". La risposta del direttore, di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino.

Gli stilisti Dolce & Gabbana, pur essendo omosessuali dichiarati, hanno espresso la loro contrarietà alle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso. E, ancor di più, a far nascere bambini tramite uteri in affitto con semi scelti da un catalogo. Credo abbiano espresso un’opinione condivisa dalla stragrande maggioranza della popolazione e non solo in Italia. I bambini hanno il diritto di crescere con la figura del padre e della madre, e di conoscere le proprie radici biologiche. Come al solito, una minoranza chiassosa, sostenuta da qualche rockstar, ha imbastito una campagna di boicottaggio contro i prodotti di “Dolce & Gabbana”, che spero susciti l’effetto contrario. Io sono per la libertà d’espressione.

ALESSIO N.

A qualcuno non è piaciuto il termine bambini “sintetici” utilizzato da Dolce & Gabbana nella loro dichiarazione di sostegno alla famiglia tradizionale e contro la fecondazione eterologa con “uteri in affitto”. Ma nel linguaggio scientifico “sintetico” indica tutto ciò che viene prodotto dall’uomo in laboratorio, e che non deriva da un processo naturale. Ciò non vuol dire mancanza di rispetto per i bambini nati con quelle tecniche. Credo che la reazione stizzita di alcuni gay, più o meno noti, sia dovuta al fatto che Dolce & Gabbana sono omosessuali e, di conseguenza, non possono essere considerati omofobi. Invitare al boicottaggio dei loro prodotti mi sembra ridicolo. Non risulta che ci sia mai stato un invito a boicottare le canzoni o i concerti di Elton John. Tutte le opinioni vanno rispettate.

V.G.

Passiamo da un estremo all’altro. Prima erano gli omosessuali a essere discriminati, ora gli stessi sono diventati così intolleranti da sfiorare l’assurdo nei confronti di chi afferma che la famiglia è fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, aperto alla vita e alla generazione di figli. Colpisce l’insolita violenza con cui attaccano chi ha un pensiero diverso dal loro, e osa dire – come hanno fatto Dolce & Gabbana – che un bambino ha bisogno di un padre e una madre, manifestando contrarietà all’adozione da parte di omosessuali. Come è giusto che sia, se ci si mette dal punto di vista dei piccoli, e non si fa prevalere il proprio desiderio di avere un figlio a ogni costo. Con il rischio che il bambino diventi una sorta di merce, un prodotto di laboratorio con tanto di catalogo da cui poter scegliere. Per non dire dell’affitto a pagamento dell’utero femminile, che è una nuova forma di schiavitù e sfruttamento. Le solerti femministe, al riguardo, non hanno nulla da dire?

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo