È ancora il carcere il luogo scelto da papa Francesco per la celebrare la Messa dell’Ultima Cena del Giovedì Santo. Il prossimo 28 marzo, Bergoglio si recherà nella Casa Circondariale femminile di Rebibbia per aprire il Triduo Pasquale, come già aveva fatto nel 2015 quando aveva visitato il noto carcere romano recandosi però nel “Nuovo Complesso”. Lì il Pontefice aveva celebrato la Messa in Coena Domini con gli oltre 300 reclusi e operatori e compiuto il tradizionale rito della Lavanda dei piedi a sei uomini e sei donne. Quest’anno, Francesco sarà nella struttura femminile nata negli anni ’50, attualmente il più grande tra le quattro carceri femminili presenti in Italia, nonché uno delle più grandi d’Europa, con una forte presenza di donne straniere.
A dare la notizia un comunicato della Prefettura della Casa Pontificia, in cui si legge: “Il 28 marzo, Giovedì Santo, alle ore 16 il Santo Padre si recherà, in forma privata, alla Casa Circondariale Femminile di Rebibbia in Roma, per celebrare la Santa Messa in Cœna Domini e incontrare le Detenute e gli Operatori della struttura”.
Francesco prosegue la tradizione avviata all’inizio del suo pontificato di non presiedere più la Messa solenne in Coena Domini nella cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano, per recarsi invece in un luogo simbolico com’è quella del carcere o centri di accoglienza per migranti e strutture per anziani.
Bergoglio faceva così anche da arcivescovo di Buenos Aires. L’anno scorso era tornato nello stesso luogo scelto per la prima Messa in Coena Domini del suo pontificato, il carcere minorile di Casal del Marmo a Roma dove si era inginocchiato ai piedi di dodici ragazzi e ragazze minorenni, alcuni Rom e musulmani, per lavare loro i piedi e scambiare anche qualche abbraccio e parola. «Gesù non si spaventa delle nostre debolezze», aveva detto nell’omelia.
Nel 2014, il Papa aveva scelto invece di trascorrere il Giovedì Santo con i ragazzi della Fondazione Don Carlo Gnocchi - Centro Santa Maria della Provvidenza, nel quartiere romano di Casalotti-Boccea. Nel 2015 era andato a Rebibbia, l’anno dopo a Castelnuovo di Porto, alle porte di Roma, nel Centro di accoglienza per immigrati e rifugiati; nel 2017 si era recato nella Casa di Reclusione di Paliano, in provincia di Frosinone, a celebrare in mezzo a una settantina di detenuti, soprattutto collaboratori di giustizia che scontano pene molto lunghe, fra cui alcuni in isolamento; nel 2018 al Regina Coeli a Roma, con il rito della Lavanda dei piedi nella “Rotonda” e l’incontro coi detenuti ammalati in infermeria e alcuni reclusi della VIII Sezione e, infine, nel 2019 nella Casa Circondariale di Velletri, istituto maschile.
Nei giorni scorsi è stata resa nota l’agenda delle celebrazioni papali durante la Settimana Santa. Il primo appuntamento è per il 24 marzo, Domenica delle Palme, quando Francesco presiederà alle 10 in Piazza San Pietro la Messa che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme e i momenti della sua Passione. Il 28 marzo, Giovedì Santo, al mattino, nella Basilica vaticana il Papa celebrerà alle 9.30 la solenne Messa del Crisma, nel giorno in cui i sacerdoti rinnovano le loro promesse e vengono benedetti gli olii sacri utilizzati nel corso dell'anno per i sacramenti.
Il Venerdì Santo vedrà il consueto doppio appuntamento con la celebrazione della Passione del Signore alle 17 nella Basilica di San Pietro e poi alle 21.15 il tradizionale rito della Via Crucis al Colosseo trasmessa in mondivisione e al quale l’anno scorso papa Francesco non partecipò per motivi di salute.
Quindi la sera del 30 marzo, Sabato Santo, con inizio alle 19.30, la Veglia solenne della Resurrezione del Signore mentre l’indomani, domenica di Pasqua, il Papa sarà in Piazza San Pietro alle 10 per la Messa del giorno e poi alle 12 salirà alla Loggia centrale della Basilica per impartire la Benedizione Urbi et Orbi.