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Gli Esercizi spirituali come palestra per l'anima

30/01/2020  Si fanno personalmente proprio come gli esercizi fisici per tenere in forma il corpo. Ecco la riflessione del teologo padre Gaetano Piccolo

Qualche settimana fa ho ingenuamente pubblicato sul mio blog la proposta di un corso di Esercizi spirituali. Immediatamente ho cominciato a ricevere molte risposte di persone che desideravano partecipare, ma dalle domande che mi venivano poste ho compreso che non era così chiaro di cosa si trattasse. È bene ricordare allora che gli Esercizi spirituali sono un’esperienza fondamentale per ogni cristiano che voglia prendere sul serio la propria vita di fede. Sebbene oggi si usi l’etichetta “Esercizi spirituali” per indicare cose molto diverse, il copyright appartiene al libretto omonimo scritto da sant’Ignazio di Loyola, il fondatore dei Gesuiti.

Come dice la parola stessa, gli Esercizi sono attività da svolgere personalmente, proprio come esistono gli esercizi fisici per tenere in forma il corpo. Così come ci si sposta in palestra per praticare gli esercizi fisici, così ci si trasferisce in un luogo apposito per vivere gli Esercizi spirituali. E come in palestra c’è un personal trainer che ci prescrive gli esercizi da fare, così durante gli Esercizi spirituali c’è una guida che propone delle meditazioni (che seguono un itinerario specifico che ripercorre il libretto di sant’Ignazio) che ciascuno è chiamato a svolgere personalmente in silenzio. Il silenzio è infatti l’altra caratteristica fondamentale di questa esperienza, persino i pasti si consumano senza parlare! L’obiettivo è provare a scendere il più possibile in profondità, cercando di creare uno spazio interiore privilegiato di incontro esclusivo con la Parola di Dio.

Sebbene gli Esercizi spirituali siano pensati lungo un periodo di un mese, già sant’Ignazio prevedeva la possibilità di adattare questo itinerario in base alle esigenze delle persone. Attualmente, vista la limitata disponibilità di tempo, gli Esercizi durano per lo più otto giorni. Sant’Ignazio aveva infatti immaginato un percorso che aiutasse la persona a prendere consapevolezza di essere amata da Dio e nel contempo a riconoscere anche il proprio peccato. A partire da questa esperienza, ciascuno è chiamato a decidere della propria vita, cioè a mettere ordine nella propria storia per arrivare ad amare di più.

Inviate le vostre domande a lettori.credere@stpauls.it

 
 
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