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sabato 15 marzo 2025
 
Africa
 

Il golpe in Guinea fa volare il prezzo dell'alluminio

07/09/2021  Deposto il presidente Alpha Condé (nella foto circondato dai militari dopo l'arresto), il nuovo uomo forte è il capo delle forze speciali. Garantito il funzionamento delle miniere di bauxite, di cui il paese africano è uno dei maggiori produttori al mondo

Lunedì 6 settembre il prezzo dell’alluminio ha raggiunto il livello più alto degli ultimi dieci anni. La turbolenza dei mercati è stata causata dall’ennesimo colpo di stato africano, che ha estromesso dal potere il presidente della Guinea, Alpha Condé. La Guinea fornisce un quarto della bauxite, il principale ingrediente dell’alluminio, che si estrae nel mondo. Ecco perché il colpo di stato a Conakry riguarda l’intera comunità internazionale. 

IL CONTESTO

La Guinea (da non confondere con la Guinea Bissau e la Guinea Equatoriale) è uno stato dell’Africa occidentale affacciato sull’Oceano Atlantico. La capitale è Conakry. Gli abitanti sono poco più di 12 milioni e mezzo. Proclamatasi indipendente dalla Francia nel 1958 votando “no” al referendum indetto dal presidente De Gaulle, la Guinea ha organizzato solo nel 2010 le prime elezioni democratiche dal giorno dell’indipendenza.

IL PRESIDENTE DEPOSTO

Alpha Condé salì al potere nel dicembre del 2010. Allora Condé, docente di scienze politiche a Parigi, era il leader dell’opposizione e questo suo ruolo gli era costato l’esilio e periodi in carcere. Condé promise riforme, la fine dell’autoritarismo e una vita migliore per i suoi concittadini. Ma le promesse non sono state mantenute per varie ragioni. Tra queste, le tensioni etniche, l’instabilità regionale (la Guinea ospita molti rifugiati ivoriani e liberiani), l’epidemia di Ebola. L’autunno scorso Condé (che ha 83 anni) è caduto nel vizio di molti leader, non solo africani. Ha forzato le regole candidandosi per un terzo mandato che in realtà sarebbe vietato dalla Costituzione. Per aggirare l’ostacolo Condé ha trovato la soluzione che gli aspiranti leader autoritari hanno sempre in tasca: ha cercato di cambiare la Costituzione. Questo ha provocato  proteste che, l’ottobre scorso, hanno provocato un centinaio di morti. Da allora la situazione in Guinea è rimasta tesa, fino al golpe di domenica 5 settembre, che ha provocato l’arresto e la deposizione di Condé.

IL NUOVO LEADER

Il nuovo uomo forte della Guinea è un militare, il colonnello Mamady Doumbouya, capo delle forze speciali. Ex legionario francese, 41 anni, Doumbouya era tornato in Guinea tre anni fa ed era riuscito a conquistarsi la fiducia di Condé. Doumbouya, annunciando la presa del potere in un discorso televisivo, ha detto che l’esercito non aveva altra scelta di fronte la corruzione dilagante, le violazioni dei diritti umani e la cattiva gestione economica del presidente Condé. Il nuovo leader ha promesso la formazione di un governo di transizione per trasferire il potere, secondo le sue parole, da un solo uomo al popolo.

PERCHÉ LA GUINEA CI RIGUARDA

La stabilità politica della Guinea è importante per tutta la regione dell’Africa occidentale e per l’economia globale. La Guinea è uno dei maggiori produttori al mondo di bauxite, il minerale principale ingrediente dell’alluminio, che viene esportata soprattutto in Cina e in Russia. Nel 2020 la cina ha importato 52,7 milioni di tonnellate di bauxite dalla Guinea, dove lavorano 14 aziende cinesi coinvolte nel business dell'alluminio. La Cina ha anche investito nell'estrazione del ferro, di cui la Guinea possiede importanti riserve. Lunedì 6 settembre alla Borsa dei Metalli di Londra il prezzo dell’allumino era di 2.776 dollari la tonnellata, il massimo dal maggio del 2011. Il colonnello Doumbouya ha chiesto alle compagnie minerarie di continuare regolarmente le operazioni di estrazione della bauxite. 

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