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venerdì 09 giugno 2023
 
Foibe
 

Il negazionismo è un reato

10/02/2015  Finalmente anche in Italia chi nega genocidi e crimini contro l'umanità come l'Olocausto o pulizie etniche come le foibe sarà perseguibile e punibile. Intanto c'è chi insulta la memoria delle vittime pochi giorni dopo la Giornata del Ricordo.

scritte sui muri della Casa del ricordo a Roma
scritte sui muri della Casa del ricordo a Roma

Viva i partigiani jugoslavi”, ovvero viva i carnefici e gli aguzzini degli italiani giuliano-dalmati infoibati. L’insulto a vernice nera, firmato con falce e martello, è comparso ieri a Roma sul muro della Casa del ricordo, inaugurata pochi giorni prima proprio  per commemorare quelle vittime assieme agli esuli giuliano-dalmati.  A dire che quella pagina di storia “negata” è ancora capace di provocare, a distanza di oltre sessant’anni, deliranti rigurgiti ideologici.   

   Tutto questo a soli pochi giorni dalla Giornata del Ricordo che commemora proprio gli italiani vittime delle foibe e dell’esodo.  Perciò assume un significato  particolare  il recente voto del Senato a larghissima maggioranza (234 voti a favore,  3 contrari e 8 astenuti) col quale s’è dato il via libera alla legge che punisce il negazionismo della Shoah e dei genocidi.  Il disegno di legge prevede la reclusione fino a tre anni per “chiunque ponga in essere attività d’apologia, negazione, minimizzazione dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra così come definiti dagli articoli 6,7 e 8 dello Statuto della Corte  penale internazionale”.  

      Pertanto il “negazionismo”, questa corrente estrema pseudo-storica del revisionismo, che cerca, a fini ideologici, di negare fenomeni storici accertati come genocidi, pulizie etniche e crimini contro l’umanità, come ad esempio l’Olocausto,  anche in Italia finalmente diventerà un reato vero e proprio e, pertanto, sarà perseguibile e punibile. Il nostro Paese in questo modo si adegua alle indicazioni dettate già nel 2008 dall’Unione europea contro il negazionismo attraverso la Decisione quadro 2008/913/Gai.

Nell’occasione, in una delle sue primissime uscite da presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha detto con chiarezza: “Il parlamento con decisione largamente condivisa ha contribuito a sanare una ferita profonda nella memoria e nella coscienza nazionale”. “ Per troppo tempo – ha aggiunto il capo dello Stato – le sofferenze patite dagli italiani giuliano-dalmati con la tragedia delle foibe e dell’esodo hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia”. 

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