Il Papa scrive ai lavoratori della ex Embraco (industria del Torinese), per cui il 22 gennaio è finita la cassa integrazione, vittime di un calvario lastricato da illusioni e promesse disattese. È l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, a rendere nota la missiva del Pontefice. Nel testo, Francesco esprime «vicinanza agli operai e alle loro famiglie», assicurando il suo «ricordo nella preghiera» e condividendo «il tempo di ansia e di difficoltà che state vivendo». Infine un’invocazione «alla protezione della Santa Vergine» e la benedizione per operai e famiglie.
Era stato lo stesso monsignor Nosiglia, lo scorso 19 gennaio, alla vigilia del termine della cassa integrazione, a scrivere al Santo Padre, condividendo la dolorosa situazione dei lavoratori. Sì, perché quella dell’Embraco, stabilimento a Riva di Chieri, alle porte di Torino, che produceva compressori per uso industriale e domestico, è una storia tristemente emblematica. Per anni i quasi 400 lavoratori che vi erano impiegati sono rimasti appesi a un filo. Più volte si è parlato di acquisizione da parte di diversi gruppi imprenditoriali, con trattative infinite che hanno coinvolto anche Ministero ed enti locali. Ma alla fine tutti i piani di rilancio sono andati in fumo e l’epilogo è stato il peggiore possibile. In questi duri anni di lotte e sconfitte, l’Arcivescovo del capoluogo piemontese è stato tra i pochi a non abbandonare gli operai e le loro famiglie. La Diocesi torinese si è messa in gioco con aiuti concreti e in molte occasioni, nel corso del suo mandato pastorale, il presule ha voluto gli operai accanto a sé, come presenza simbolica e richiamo per l’intera società. Una delegazione di lavoratori era presente, ad esempio, durante la venerazione della Sindone lo scorso Sabato Santo, così come alla Messa di Natale e alle iniziative di incontro con la comunità di Taizé.
Anche oggi, monsignor Nosiglia, ringraziando il Pontefice per la sua vicinanza, rinnova l’appello a tutte le realtà economiche in grado di offrire soluzioni. «A queste imprese chiedo di farsi avanti», scrive, «unendosi a quelle che già hanno avviato il percorso per l'assunzione di alcuni dei lavoratori. È una prospettiva concreta e possibile, che dovrà essere sostenuta anche dalle istituzioni attraverso gli strumenti dei necessari aggiornamenti professionali»