«Le mamme hanno sempre a cuore i loro figli. Oggi, in questo primo giorno dell’anno, dedicato alla pace, pensiamo a tutte le mamme che gioiscono in cuor loro, e a tutte le mamme che hanno il cuore pieno di dolore, perché i loro figli sono stati portati via dalla violenza, dalla superbia, dall’odio. Quanto è bella la pace, che allieta la vita dei popoli! Quanto è disumana la guerra, che spezza il cuore delle mamme!».
È il tema della pace al centro dell’Angelus di papa Francesco, il primo del nuovo anno, nel giorno in cui la Chiesa celebra la solennità di Maria Santissima Madre di Dio e la 58esima Giornata Mondiale della Pace che Paolo VI ha voluto fissare in questo giorno. «La guerra distrugge sempre, tutto, la guerra è sempre una sconfitta», scandisce Francesco dalla finestra dello studio del Palazzo Apostolico ricordando il significato della Giornata odierna nel contesto dell’Anno Santo: «Il Papa san Paolo VI volle che il primo giorno dell'anno diventasse la Giornata mondiale della pace. Quest'anno essa si caratterizza, a motivo del Giubileo, per un tema particolare, quello della remissione dei debiti. Il primo rimettere i debiti è Dio, come sempre gli chiediamo pregando il Padre Nostro, riferendoci ai nostri peccati e impegnandoci a perdonare a nostra volta chi ci ha offeso».
Il Giubileo, ha proseguito, «chiede di tradurre questa remissione sul piano sociale, perché nessuna persona, nessuna famiglia, nessun popolo sia schiacciato dai debiti. Incoraggio pertanto i governanti dei Paesi di tradizione cristiana a dare il buon esempio cancellando o riducendo quanto più possibile i debiti dei Paesi più poveri».
Poi l’augurio per il 2025: «A tutti voi, romani, pellegrini e a quanti seguono attraverso i media auguro ogni bene per il nuovo anno», ha detto il Pontefice, «ringrazio il presidente della Repubblica italiana per il ricordo nel suo messaggio alla nazione italiana e ricambio di cuore assicurando la mia preghiera. Buon anno signor presidente!».
Prima della preghiera mariana, il Pontefice si è soffermato sul significato del vangelo odierno: «La sorpresa e la gioia del Natale continuano nel Vangelo della liturgia di oggi che narra l’arrivo dei pastori alla grotta di Betlemme. Dopo l’annuncio degli angeli, infatti, essi “andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il Bambino, adagiato nella mangiatoia”. Questo incontro riempie tutti di stupore, perché i pastori “riferirono ciò che del bambino era stato detto loro”: il nuovo nato è il “salvatore, il Cristo Signore. Riflettiamo su quello che i pastori hanno visto a Betlemme, cioè il bambino Gesù, e anche su quello che non hanno visto, cioè il cuore di Maria, che serbava e meditava tutti questi fatti. Anzitutto, il bambino Gesù: questo nome ebraico significa “Dio salva”, ed è proprio ciò che farà. Il Signore, infatti, è venuto nel mondo per donarci la sua stessa vita».
Il Papa ha invitato a pensare a questo: «Tutti gli uomini sono figli, ma nessuno di noi ha scelto di nascere. Dio invece ha scelto di nascere per noi: Gesù è la rivelazione del suo amore eterno e infinito, che porta nel mondo la pace. Al neonato Messia, che manifesta la misericordia del Padre, corrisponde il cuore di Maria, la Vergine Madre. Questo cuore è l’orecchio che ha ascoltato l’annuncio dell’arcangelo Gabriele; questo cuore è la mano di sposa data a Giuseppe; questo cuore è l’abbraccio che ha avvolto Elisabetta nella sua vecchiaia. Nel cuore di Maria batte la speranza della redenzione per ogni creatura».
Il Papa ha concluso invitando i fedeli a domandarsi: «So rimanere in silenzio a contemplare la nascita di Gesù? E cerco di custodire nel cuore questo Avvenimento, il suo messaggio di bontà e di salvezza? E come posso io ricambiare un dono così grande con un gesto gratuito di pace, di perdono, di riconciliazione? Maria, la Santa Madre di Dio, ci insegni a custodire nel cuore e a testimoniare nel mondo la gioia del Vangelo».