«Io e Ilaria ci conosciamo da un po’ più di quindici anni» ci racconta Lorenzo, amico di lunga data e collega di Ilaria Salis, la giovane italiana che da circa un anno si trova in un carcere di massima sicurezza in Ungheria, in detenzione preventiva, per un reato politico per cui si dichiara innocente. «Io sono un maestro di primaria, mentre Ilaria è una prof della secondaria, “ovviamene” ancora precaria. Probabilmente adesso starebbe facendo il concorso come tanti altri e di certo l’avrebbe passato. È sempre stata una docente molto puntuale, viene dal liceo classico, ha una laurea in scienze storiche e ha concluso da qualche anno la magistrale in Lettere classiche».
Rispetto a Ilaria il maestro ha 5 anni in più d'età. «Quando ci siamo conosciuti è capitato, chiacchierando, di scoprire che anche lei lavorasse in ambito educativo. Una cosa tipica di chi fa questo lavoro è che, anche quando ti trovi per fare un aperitivo con altre persone, o comunque in situazioni informali, finisci a parlare di scuola e di ragazzi come se al mondo non vi sia altro. Capita di parlare di come affrontare situazioni in cui ci troviamo a corto di strumenti e non certo per quanto riguarda la nostra formazione personale. Lei ha sempre mostrato una grande determinazione, anche di fronte a casistiche al limite di ciò che potremmo definire arduo. Ha sempre cercato di trovare una propria via per non lasciare indietro nessuno».
Nei lunghi confronti «ho trovato una persona che aveva prima di tutto straordinarie doti empatiche, una capacità di leggere le situazioni con quell’approccio anche in casi estremamente problematici, che fossero per la presenza di disabilità o di problematiche socioeconomiche e culturali. Ilaria è sempre stata una grande risorsa nell’affiancare famiglie che spesso si trovano lasciate un po’ a se stesse. Incontrare una persona come lei, con tutti i limiti oggettivi di azione che hanno gli educatori è sempre stata una fortuna. Ilaria faceva i salti mortali per supportare i bambini e affiancare mamme e papà nell’affrontare i problemi. A volte, quando si citava una situazione di potenzialmente spinosa, bastava uno scambio di sguardi tra di noi per condividere una lettura comune o ipotizzare dinamiche risolutive».
Alcuni anni fa, «scoprendo che aveva iniziato a lavorare nelle scuole tramite messa a disposizione, mi sono ritrovato a metterla in contatto con la segretaria dell’Istituto in cui insegnavo e dove ha iniziato un percorso di almeno tre anni. Si trattava di una scuola di periferia, in una contesto di case popolari e con un’altissima percentuale di alunni con background migratorio. Immediatamente è entrata in un circuito di supplenze fino alla fine dell’anno e quello successivo, riconoscendole attitudine e impegno, l’hanno richiamata praticamente subito. Recentemente so che è passata alla secondaria, che poi è il percorso da lei scelto».
L’11 febbraio 2023 Ilaria è stata arrestata a Budapest. «Segregata, come tutti sanno, in condizioni inumane al di fuori del rispetto minimo dei parametri di vivibilità ed esistenza in un Paese che voglia definirsi civile, esclusivamente perché aderisce a dei principi di antifascismo e antirazzismo che sono i pilastri della nostra Costituzione e i valori fondanti dell’Unione Europea e, direi, di chiunque voglia fare l’insegnante».