«Un viaggio doloroso e folle sperando di riuscire ad arrivare in un’Europa che non è quella che loro immaginano». Andrea Riccardi, ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione, spiega l’importanza del film Il sole dentro che ripercorre la storia di Yaguine e Fodé, i due ragazzini guineani di 14 e 15 anni trovati morti il 2 agosto 1999 nel carrello di un aereo appena atterrato a Bruxelles. Con loro i due adolescenti portavano una lettera scritta a nome di tutti i bambini e i ragazzi africani e indirizzata «Alle loro Eccellenze i membri e responsabili dell’Europa».
«Oggi quella lettera arriva qui», dice il presidente della Camera Gianfranco Finisottolineando che l’aver proposto la proiezione dell’anteprima del film a Montecitorio dice della volontà di prendere sul serio l’invito dei ragazzi. «Più che di parole, dice Fini, «c’è bisogno di segni e di testimonianze. Proiettiamo qui questa pellicola perché le istituzioni possano diventare il racconto di questi segni e di queste testimonianze».
Yaguine Koita e Fodè Tounkara si erano imbarcati da Conakri, capitale della Guinea, uno dei Paesi più poveri dell'Africa centrale, come clandestini diretti in Belgio. «Se vedete che ci sacrifichiamo e che mettiamo a rischio la nostra vita», scrivevano nella lettera, «è perché in Africa si soffre troppo. Noi abbiamo la guerra, le malattie, la mancanza di cibo. In Africa e in Guinea in particolare abbiamo carenza di educazione e di istruzione. Nonostante ciò noi vogliamo studiare e vi chiediamo di aiutarci a studiare per essere come voi, in Africa. È per questo che noi, i bambini e i giovani africani, vi chiediamo di creare una grande organizzazione efficace per l'Africa, che ci permetta di progredire».
La storia dei due ragazzi si intreccia con quella di altri due adolescenti che, dieci anni dopo compiono il viaggio inverso, dall’Europa all’Africa. Un viaggio della speranza in nome di un Africa che vuol ripartire investendo sul futuro dei propri figli.
Girato tra Bari, la Tunisia e la Guinea, Il sole dentro, regia di Paolo
Bianchini, racconta due storie parallele: quella dei due ragazzi della
Guinea, Yaguine e Fodè, morti nel tentativo di recapitare personalmente a
Bruxelles la lettera con la quale chiedevano ai grandi della terra di
portare in Africa scuola, cibo e cure, e quella di Thabo e Rocco, 13 e 12
anni, africano il primo, barese il secondo. Finiti nelle mani di
procuratori di squadre di calcio intenzionati a portare dall’Africa o
dalle cittadine povere il maggior numero di bambini nella speranza di
trovare un campione e poi abbandonati per strada dopo qualche tempo, Tahbo
e Rocco rappresentano lo sfruttamento silenzioso dei minorenni, in
particolare africani.
Si calcola che in Europa siano attualmente 22mila i
ragazzi africani in totale abbandono che non sanno come tornare nella loro
terra o si vergognano a farlo perché si
ritengono un fallimento. Il film sovrappone le due storie. E mentre
Yaguine e
Fodé viaggiano verso la morte, Thabo e Rocco ripercorrono a piedi la
strada verso N’Dola, il villaggio africano dove, si scoprirà, Chiara
(interpretata da Angela Finocchiaro) ha messo in piedi un piccolo sogno.
Mister Pasta e fagioli, come viene chiamata dai suoi ragazzi, è la stessa
donna che dieci anni prima ha trovato i corpi dei due ragazzini nel
carrello dell’areo.
Da quel giorno il suo scopo è quello di lottare per lo sviluppo dell’Africa. Una scuola, un campo di calcio, una partita giocata proprio in ricordo dei due guineani alla presenza dei loro genitori (interpretati nel film dai genitori veri dei due ragazzi morti). Thabo e Rocco, per tornare in Africa percorrono in senso opposto uno dei tanti «sentieri delle scarpe» tracciati in anni e anni da tanti uomini e donne in fuga dalle guerre, dalle malattie, dalla fame.
Il film, prodotto da Paola Rota per Alveare cinema in collaborazione con Rai Cinema e Apulia Film Commission, con il patrocinio di Unicef, Figc, Comunità di Sant’Egidio e Save the Children, ha nel cast Angela Finocchiaro, Francesco Salvi, Diego Bianchi, Gaetano Fresa, Fallou Cama. Giobbe Covatta partecipa a titolo «amichevole».