In occasione della 14a Conferenza degli Ambasciatori e delle Ambasciatrici in corso a Roma abbiano intervistato Antonino Maggiore,ambasciatore in Zambia e in Malawi dal 1° agosto del 2019.
Nato a Roma nel 1974, Maggiore si è laureato in giurisprudenza all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È entrato in carriera diplomatica nel 1999.
Ambasciatore Maggiore, quali sono le priorità del suo lavoro in Zambia e Malawi?
“Una delle principali priorità del nostro lavoro in Zambia, oltre alla costante assistenza ai connazionali, è certamente la promozione del nostro paese in tutti i campi, in un’ottica integrata. Vogliamo infatti promuovere il made in Italy e le nostre aziende, sia quelle già operanti sul territorio che quelle che dall’Italia guardano con interesse a Zambia e Malawi alla ricerca di nuove opportunità – ma vogliamo anche promuovere l’arte, la cultura, la lingua e la cucina italiana, integrando i vari settori per offrire la possibilità di creare relazioni di scambio reciprocamente vantaggiose tra i nostri due paesi, in ogni settore. Siamo poi ovviamente attivi nel tutelare la comunità italiana nel paese e nel facilitare il più possibile il loro lavoro quotidiano: non solo gli imprenditori ma anche le organizzazioni della società civile e i religiosi ed i missionari, che qui sono un numero significativo e per i quali lavoriamo in sinergia con la conferenza episcopale locale, oltre che naturalmente con la Nunziatura Apostolica”.
Quali sono le principali criticità della regione in cui opera?
“Al momento, le principali criticità sono sicuramente tutte relativa all’impatto della perdurante emergenza sanitaria e all’emergere della variante “Omicron” che pone grandi sfide al Paese: non solo sanitarie, legate ai ritardi nello sviluppo della campagna vaccinale, ma anche economiche – come nel resto del mondo. Per noi significa un impegno ulteriore nello sviluppo di formati promozionali innovativi, capacità di essere flessibili ed inventare soluzioni che riescano ad integrare l’uso degli ormai necessari strumenti digitali con una cultura in larga parte ancora tradizionale: devo dire che i risultati ottenuti fin d’ora sono notevoli e chi siamo comunque riusciti a portare avanti nostri programmi di promozione integrata con risultati più che soddisfacenti (come, ad esempio, la recente tavola rotonda sulle opportunità di business nella provincia mineraria del Copperbelt, che abbiamo “trasformato” in formato digitale in soli due giorni ottenendo comunque un’elevata partecipazione del mondo imprenditoriale italiano e zambiano). Dobbiamo inoltre affrontare quotidianamente le restrizioni ai viaggi imposte dalla normativa, in particolare per quanto riguarda il Malawi, che cercando di fronteggiare la diffusione della variante omicron ha creato alcune oggettive restrizioni per i nostri connazionali dai quali costantemente riceviamo numerose richieste di chiarimenti e di supporto”.
L’Africa è un continente di enormi risorse e potenzialità, ma ancora con grandi problemi che en frenano lo slancio. Qual è la sua impressione?
“Concordo assolutamente sulle immense risorse e potenzialità detenute dal continente africano, un partner sempre più strategico per le relazioni internazionali dell’Italia e dell’Europa. I nodi che hanno frenato ed ancora certamente contribuiscono a frenare lo slancio del continente sono diversi, data la vastità del territorio che stiamo considerando: in alcune regioni la sfida principale è ancora securitaria, in altre zone incombe lo spettro del fondamentalismo islamico, altri paesi sono purtroppo ancora connotati da un grado di corruzione che impedisce lo sviluppo. La mia impressione è che l’Unione Europea e i suoi Stati membri tra cui l’Italia possano svolgere un ruolo di primissimo piano, anche a fronte degli innumerevoli interessi delle altre potenze mondiali (quali la Cina, ovviamente) per continuare a rafforzare il dialogo ed il partenariato con l’Africa promuovendo i valori della trasparenza e del buon governo, la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, la promozione del settore privato in particolare delle piccole e medie imprese, lo sviluppo della democrazia e la tutela dei diritti umani e delle libertà civili”.