L’Ana, Associazione Nazionale Alpini, schiera il suo Ospedale da campo all’interno dell’area dell’Ente Fiera di Bergamo, per contribuire a fronteggiare l’epidemia di Covid-19, che sta funestando in particolare l’area della Lombardia Orientale.
L’intervento, d’intesa con la Protezione Civile Nazionale, la Regione Lombardia e l’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo, prevede il dispiegamento di gran parte delle strutture dell’Ospedale Maggiore e dell’Ospedale Leggero, con il relativo supporto logistico.
«Se non ci saranno particolari difficoltà», sottolinea Sergio Rizzini, direttore generale della Sanità Ana «l’operatività dei primi posti letto dovrebbe concretizzarsi entro una settimana».
Saranno utilizzate tensostrutture e tende di diverse dimensioni, per arrivare a disporre di oltre trecento posti, tutti serviti da impianto ad ossigeno, di terapia sub intensiva per pazienti già usciti dalla fase critica, con alcune ampie zone comuni e 24 camerette a 4 letti. Già nella fase iniziale potranno essere un centinaio i pazienti trattati con “casco” respiratorio. Opereranno nell’Ospedale da campo circa cento persone al giorno, tra personale sanitario dell’Ana, degli ospedali bergamaschi, alcuni medici cinesi e personale tecnico.
I padiglioni della Fiera di Bergamo offrono ampi spazi, che però devono essere rapidamente adattati alle esigenze. «Le nostre dotazioni», stima Rizzini, «saranno pronte entro tre giorni, bisognerà però provvedere a strutturare l’impianto per l’erogazione dell’ossigeno e a installare gli shelter per i bagni e le docce, interventi che richiederanno qualche giorno in più».
«L’Associazione Nazionale Alpini», ha dichiarato il presidente nazionale Sebastiano Favero, «conferma così la sua storica e collaudata volontà di agire a favore del Paese. L’Ospedale da campo è una risorsa che le penne nere hanno voluto, con lungimiranza e notevole impegno, proprio per affrontare le situazioni di emergenza. Da più di un mese i nostri volontari dell'Ana sono impegnati a prestare la loro opera nell'emergenza del COVID-19 che ci ha colpito. E lo siamo con i nostri volontari della Protezione Civile, della Sanità Alpina e dei singoli gruppi alpini, sia in accordo con le Regioni e i Comuni dove abbiamo una specifica convenzione, sia su richiesta dei sindaci.
Fin dall'inizio siamo stati presenti con la Sanità Alpina per il controllo negli aeroporti, con la Protezione Civile per il montaggio di tende a supporto delle strutture ospedaliere e con i volontari delle Sezioni e Gruppi per integrare la vigilanza e consegnare alla popolazione il necessario a domicilio nelle prime zone rosse. La nostra opera continua soprattutto nelle Regioni più colpite - come in Veneto - con i nostri volontari di Protezion Civile. per rendere agibili, in pochi giorni, cinque ospedali dismessi da anni. A tutti i nostri volontari va il plauso e il grazie dell'intera Ana e mio personale perché, come sempre è accaduto anche in passato, nei momenti di necessità ed emergenza gli alpini rispondono: "Presente"».