La valorizzazione dei laici all'interno della Chiesa ha caratterizzato fin dall'inizio il pontificato di Francesco. E i frutti stanno arrivando copiosi. L'ultimo Annuario statistico della Chiesa cattolica certifica che nel 2015 gli uomini sposati che svolgono un ministero pastorale in aiuto ai parroci sono aumentati del 14,4% rispetto al dato di cinque anni prima, passando da 39.564 a 45.255 unità. Un incremento che avviene a ritmi significativi anche in America e in un Europa dove il vento della secolarizzazione soffia più forte: nell’intervallo di tempo considerato sono cresciuti rispettivamente, del 16,2 e del 10,5 per cento.
I diaconi esistono fin dalle comunità paleocristiane, ma è stato il Concilio Vaticano II a rilanciarne il ruolo attivo. In Italia sono oltre 4000 e, proprio rispondendo a uno di loro, Papa Francesco ha specificato durante la recente visita a Milano la loro importanza. Ma anche i limiti del loro operato: “Voi diaconi avete molto da dare. Pensiamo al valore del discernimento. All’interno del presbiterio, voi potete essere una voce autorevole per mostrare la tensione che c’è tra il dovere e il volere, le tensioni che si vivono all’interno della vita familiare – voi avete una suocera! – come pure le benedizioni che si vivono all’interno della vita familiare”. E poi ha ammonito. “Ma dobbiamo stare attenti a non vedere i diaconi come mezzi preti e mezzi laici. Alla fine non stanno né di qua né di là. No, questo non si deve fare, è un pericolo. Guardarli così ci fa male e fa male a loro. E nemmeno va bene l’immagine del diacono come una specie di intermediario tra i fedeli e i pastori”.
Secondo Francesco ci sono due tentazioni: "C’è il pericolo del clericalismo, e questo non va. Alcune volte vedo qualcuno quando assiste la liturgia quasi sembra voler prendere il posto del prete. L’altra tentazione è il funzionalismo, per cui il diacono è un ragazzo per fare i compiti. Voi avete un carisma chiaro nella Chiesa, e dovete custodirlo”. Il diaconato, ha spiegato infatti il Papa, “è una vocazione specifica, una vocazione familiare che richiama il servizio”, che ha ricordato come “i primi cristiani ellenisti” abbiano “inventato i diaconi” per assistere le vedove e gli orfani, “per servire”, “e a noi vescovi la preghiera e l’annunzio della Parola”.
Servizio è insomma la parola chiave del diaconato: “Il servizio alla Parola, il servizio all’altare, il servizio ai poveri. E la vostra missione, la sua forza e il suo contributo consistono in questo: nel ricordare a tutti noi che la fede, nelle sue diverse espressioni – la liturgia comunitaria, la preghiera personale, le diverse forme di carità – e nei suoi vari stati di vita – laicale, clericale, familiare – possiede un’essenziale dimensione di servizio. Il servizio a Dio e ai fratelli. E quanta strada c’è da fare in questo senso!”.