Dal 19 settembre è in corso a New York la 78a sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. I I leader mondiali si riuniscono per partecipare al Dibattito generale annuale d sul tema "Ricostruire la fiducia e riaccendere la solidarietà globale: Accelerare l'azione sull'Agenda 2030 e i suoi Obiettivi di sviluppo sostenibile verso la pace, la prosperità, il progresso e la sostenibilità per tutti”.
Ma negli stessi giorni russi e ucraini hanno continuato a combattersi e uccidersi, l’Azerbaijan ha attaccato l’Armenia nella regione contesa del Nagorno Karabakh, India e Canada sono ai ferri corti per l’uccisione di un leader sikh in territorio canadese, il dittatore siriano Assad è stato accolto con tutti gli onori in Cina per l’apertura dei Giochi Asiatici.
"La democrazia è in pericolo, l'autoritarismo avanza e l'incitamento all'odio è in aumento”, aveva detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, aprendo i lavori della Assemblea Generale nel Palazzo di vetro a New York. "Il nostro mondo sta impazzendo. E mentre aumentano le tensioni geopolitiche e le sfide globali, noi sembriamo incapaci di unirci per rispondere", ha aggiunto Guterres rivolgendosi ai leader mondiali.
Così all’Onu non si dialoga, ma ci si scontra.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha platealmente lasciato la sala dei lavori del Consiglio prima del previsto intervento del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. E quando l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vasilij Alekseevič Nebenzja, ha denunciato il fatto che il discorso di Zelensky è stato "un vero e proprio spettacolo”,
il presidente del Consiglio dell’Onu, il primo ministro albanese Eri Rama, ha dichiarato, in un modo del tutto inaspettato: “Visto che avete ripetuto molte volte che la violazione è che il presidente Zelensky abbia parlato prima dei membri del Consiglio, c’è una soluzione per questo, se siete d’accordo. Fermate la guerra e il presidente Zelensky non prenderà la parola”.
Intanto l’Italia, con l’intervento di Giorgia Meloni, ha chiesto un maggior coinvolgimento dell’Onu in materia di migrazioni.
"Sono convinta che sia dovere di questa organizzazione rifiutare ogni ipocrisia su questo tema e dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani. E per farlo dobbiamo lavorare insieme a ogni livello, e l'Italia intende essere in prima fila su questo fronte”."Perché davvero - chiede Meloni - una organizzazione come questa, che afferma nel suo atto fondativo 'la fede nella dignità e nel valore della persona umana' può voltarsi dall’altra parte di fronte a questo scempio? Davvero possiamo fingere di non vedere che oggi al mondo non esiste attività criminale più profittevole del traffico di migranti, quando proprio i rapporti Onu certificano come questo business abbia raggiunto per volumi di denaro il traffico di droga, e ampiamente superato quello delle armi?".
Ma assediato da tutte queste crisi, di fronte a un mondo impazzito, c’è da chiedersi se l’Onu può mai essere in grado di intervenire in modo efficace. Tutto lascia pensare di no. "Il mondo è cambiato, le nostre istituzioni no", ha affermato Guterres. "Ci stiamo avvicinando sempre più a una grande frattura", ha messo in guardia Guterres, ribadendo che "è tempo di rinnovare le istituzioni multilaterali" e sottolineando che "ciò significa riformare il Consiglio di Sicurezza in linea con il mondo di oggi”.