Roberto Prosseda
Patmos è un luogo intriso di spiritualità per la presenza del monastero di San Giovanni il Teologo (Ágios Ioánis Theológos) e per la Grotta dell’Apocalisse, dove Giovanni ricevette le rivelazioni poi raccolte nell’ultimo libro del Nuovo Testamento. Isola del Dodecaneso a 100 chilometri a sud-ovest di Efeso, all’epoca dell’imperatore Domiziano Patmos era un luogo di pena. “Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù”, scrive l’autore di uno dei libri più affascinanti e misteriosi della Bibbia.
Sito di pellegrinaggi religiosi, popolato di santuari, chiese, eremi e conventi, Patmos attira da anni un turismo elegante e discreto. E questa isola di chi ama la bellezza colta dal 2022 ospita un Festival internazionale di musica da camera che coinvolge musicisti di straordinario livello.
Guglielmo Brayda, Presidente dell’Associazione Patmos Chamber Music Festival, così racconta la nascita della manifestazione: “Questo festival è nato dall'amore per l'isola che lo ospita. Patmos, un luogo dell'anima per molti di noi. Per molti è un luogo evocativo che stimola il pensiero profondo e la contemplazione. È in questo luogo unico che abbiamo organizzato la seconda edizione del Patmos Chamber Music Festival. Musicisti di primo piano porteranno la loro professionalità in risposta all'attrazione magnetica che Patmos ha esercitato su di loro. Tutto questo ci unirà tutti. La musica non ci ha mai deluso”.
L’idea di organizzare un festival di musica da camera a Patmos si deve al pianista e divulgatore Roberto Prosseda (direttore artistico e colonna della manifestazione insieme alla moglie Alessandra Ammara, anche lei pianista, entrambi stimati concertisti nei migliori circuiti internazionali) e a Massimo Fino, fondatore di Festival Opera Barga.
Gli artisti invitati alla seconda edizione del Festival, in programma dal 23 al 27 agosto, sono il Quartetto Adorno, Alessandro Carbonare, Silvia Careddu, Angelica Cathariou, Christophe Coin, Michael Guttman, Anush Nikogosyan, Maya Oganyan, Matteo Rubini, Jing Zhao. Il livello degli interpreti è altissimo. Il Quartetto Adorno (formato da Edoardo Zos, Liù Pelliciari, Benedetta Bucci e Stefano Cerrato) è stato fondato nel 2015 e porta nel nome un omaggio al filosofo Theodor Wiesengrund Adorno che, in un’epoca di declino musicale e sociale, individuò nella musica da camera una chiave di salvezza per perpetuare un vero rapporto umano, secondo i valori del rispetto e dell’anelito alla perfezione. Alessandro Carbonare è uno straordinario solista virtuoso del clarinetto, ma anche una colonna di orchestre prestigiose, dove è stato primo clarinetto, prima a l’Orchestre National de France e da diversi anni all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e all’Orchestra del Festival di Lucerna. Il violoncellista francese Christophe Coin è nato come specialista del repertorio barocco, poi ha allargato i suoi orizzonti fondando il Quartetto Mosaïques e dirigendo l’Ensemble Baroque de Limoges. La violinista armena Anush Nikogosyan è apparsa per la prima volta con l'Orchestra Filarmonica Nazionale Armena a soli 10 anni sul palco dell'Aram Khachaturian Concert Hall eseguendo il Concerto per violino in mi minore di Mendelssohn. Da allora, ha tenuto concerti in molte importanti sale da concerto e festival.
Il Festival debutta il 23 agosto nella Piazza Panagia Diasozousa di Chora con due capolavori assoluti della musica cameristica: il Quintetto per clarinetto di Mozart K 581 e il Quartetto “Americano” di Antonin Dvorak, detto così perché composto negli Stati Uniti e perché contiene accenti e richiami tematici del folclore statunitense. Protagonisti il Quartetto Adorno e Alessandro Carbonare. Il 24 agosto saranno eseguiti Trii di Beethoven, Mendelssohn e Brahms e Fantasiestucke di Schumann per violoncello e pianoforte. Il 25 agosto sono in programma Trii di Weber e Shostakovich, i 4 Lieder ohne Worte di Mendelssohn e i Duetti per violino e violoncello di Glass. Il concerto del 26 agosto si svolge al Centro Culturale di Patmos, realizzato nel 2001 per la conservazione e custodia della tradizione spirituale, culturale e popolare dell’isola. Il programma prevede un dialogo fra Oriente e Occidente, con musiche di Debussy, canzoni armene, melodie greche, la prima mondiale di due canzoni composte da Matteo Rubini, brani di Hatzis, Khachaturian, Mitrooulos. In conclusione l’Agnus Dei del compositore armeno Tigran Mansurian per un quartetto formato da violino, violoncello, clarinetto e pianoforte. Composto nel 2006, ’Agnus Dei' è una delle opere meditative di Mansurjan (oggi 84enne) in cui mira a una sintesi di nuove tecniche e antica tradizione musicale armena, alimentata in egual modo dalla musica folk e sacra. Il concerto finale del 27 agosto propone il Quintetto per pianoforte n. 2 op. 81 e il Concerto per violino, piano e archi di Mendelssohn (eseguito da Anush Nikogosyan, Roberto Prosseda e il Quartetto Adorno). Tutti i concerti sono gratuiti, ma i biglietti vanno comunque prenotati. Per le serate del 23, 24 e 25 agosto c’è già il “tutto esaurito”.