Alla fine è intervenuto il vescovo. Sull’ennesimo caso di una Madonnina che verserebbe lacrime di sangue, questa volta a Trevignano Romano, diocesi di Civita Castellana, il vescovo Marco Salvi ha deciso di instituire una Commissione d’inchiesta. Il suo predecessore, monsignor Romano Rossi, che ha guidato la diocesi fino a un mese fa aveva dichiarato di aver dato l’autorizzazione alla preghiera mariana. «Mi era stata chiesta l’autorizzazione di ritrovarsi una volta alla settimana per la recita del rosario e non poteva certo oppormi», ma, aveva specificato c’era «il sì alla recita del rosario non alle presunte lacrime».
È da cinque anni che la signora Gisella Cardia, siciliana, ex imprenditrice, dice di vedere lacrime di sangue sul volto della statuetta che aveva riportato dal suo viaggio a Medjugorie. I fedeli, adesso, si ritrovano su un terreno che l’ex imprenditrice e suo marito hanno acquistato grazia la generoso lascito di un signore che, secondo la Cardia, avrebbe ricevuto una grazia dalla Madonna. Sempre la Cardia sostiene che è stata la stessa Madonna a indicare il terreno da acquistare, anche se la prima scelta si era posata su un altipiano ancor apiù prestigioso dal quale si lanciano i deltaplanisti. Al rifiuto di questi ultimi di cedere il terreno, però, la Madonna avrebbe cambiato idea sul luogo dove istituire il culto e indicato quello dove la Cardia, ogni tre del mese, la incontrerebbe. Davanti a centinaia di persone la donna dice di parlare in diretta con la Madonna che le confiderebbe messaggi apocalittici. E, mentre la diocesi avvia una inchiesta, i residenti del paesino che si affaccia sul lago di Bracciano di lamentano: «Con questa bolgia e questo traffico arrivano i pellegrini, ma scappano i turisti».