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La speranza non è una fuga

14/09/2023  «Con l'amore, noi entriamo, già da questa vita, nell'eternità. "La carità rimane"» (Henri De Lubac)

Maddalena, provata da un dolore in famiglia, mi scrive una mail sul trauma del distacco da una persona molto cara e si sofferma a un certo punto sulla cosiddetta “consolazione della vita eterna” e mi chiede: «Parlandoci di una “vita eterna”, il Signore non sminuisce un po’ questa vita? È come se fosse un mero passaggio?… non so se rendo l’idea… Mi fermo qui…».

Cara Maddalena, fai bene a interrogarti; peraltro i momenti di dolore suscitano in noi profondità che a volte sono accantonate con il tran tran della vita. Rispondo alla tua perplessità con un’analogia: dire che il fidanzamento è un periodo transitorio, non è sminuirlo, ma è semplicemente capire che la pienezza attesa dell’unzione nuziale è un compimento che dona senso e pienezza a qualcosa di bello che c’è già.

Bisognerebbe guardare le cose con l’ottica della crescita e non dello “sminuire”. Se si legge la Scrittura, soprattutto nel Nuovo Testamento, è questa l’atmosfera che regna. Mi sovviene a proposito un’immagine di san Giovanni della Croce che presenta in un suo canto mistico.

Il contesto del canto è quello dell’anima innamorata desiderosa della piena comunione con il Signore e canta così: «O fiamma d’amor viva, che amorosamente ferisci della mia anima il più profondo centro! poiché non sei più dolorosa, se vuoi, ormai finisci; squarcia il velo di questo dolce incontro». Come vedi, l’analogia è quella di un velo, di una trasparenza che ci permette di pre-gustare da questa vita, ma che ci fa ancora più desiderare la pienezza.

Come cristiani, abbiamo un po’ disimparato quest’arte di meditare le realtà eterne. E siamo portati a meditarle dagli eventi dolorosi della vita ma non siamo allenati a farlo. Ciò detto, c’è un contrappeso da tenere presente, quello che giustamente tu metti in evidenza indirettamente: si tratta dell’errore di vivere la speranza della vita eterna come fuga dalla vita presente.

Alle persone che vivono così, Dietrich Bonhoeffer ha un messaggio forte: «I cristiani che osano stare sulla terra con un piede solo, staranno con un piede solo anche in cielo». Bisogna starci veramente di qua, con tutto il cuore, con tutto l’amore, con tutta la fede. Henri de Lubac riassume in modo geniale quanto ho cercato di dire: «La vita eterna non è una “vita futura”. Con l’amore, noi entriamo, già da questa vita, nell’eternità. Manet caritas».

 
 
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