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sabato 07 settembre 2024
 
Stasera in Tv
 

La storia della "grande madre" dei minori migranti

10/03/2020  Stasera su Rai 1 Tutto il giorno davanti, con Isabella Ragonese nei panni di Agnese Ciulla, assessore alla Cittadinanza sociale a Palermo per cinque anni ai tempi degli sbarchi massicci di migranti. Famiglia Cristiana l'ha intervistata

Agnese Ciulla per cinque anni, fino al 2017, è stata l’assessore alla Cittadinanza sociale del Comune di Palermo, nel periodo della grande emergenza migranti, quando gli sbarchi massicci coinvolsero il porto del capoluogo siciliano. Tutrice legale dei minori non accompagnati, si è meritata l’appellativo di “la grande madre”, che è diventato il titolo di un suo libro (edito da Sperling & Kupfer), scritto con la giornalista Alessandra Turrisi, in cui ricostruisce quegli anni intensi all’insegna dell’accoglienza. Ora dalla sua vicenda è stato tratto il film tv Tutto il giorno davanti, con Isabella Ragonese,  trasmesso su rai il 10 marzo- «Quando cominciarono i grossi sbarchi, ci trovammo a fronteggiare una vera e propria emergenza», ricorda Agnese Ciulla. «C’erano anche 900-1.000 persone, raccolte dalle navi dell’operazione Mare Nostrum. Venivano da una settimana di navigazione ed erano in pessime condizioni. Ho un’immagine impressa nella memoria: i loro volti che si affacciavano agli oblò della nave, i loro occhi e le loro mani, sembrava che fossero in un treno di deportati. Il problema grosso erano i minori, che rappresentavano circa il 20%. Mentre gli adulti salivano quasi subito sui pullman alla volta di altre parti d’Italia, i ragazzi dovevano essere affidati a una comunità. La maggior parte aveva dai 14 ai 17 anni, e qualche bambino i cui genitori erano morti durante la traversata. Pian piano siamo riusciti a uscire dall’emergenza e a offrire loro servizi di qualità. Quelli che restavano a Palermo dovevano essere integrati nel tessuto cittadino, in modo che potessero instaurare dei legami che garantissero loro un futuro una volta raggiunta la maggiore età». Tra i vari problemi da affrontare anche accertare la loro vera età: alcuni mentivano dicendo di essere maggiorenni per andare via. Sarebbero però stati destinati a diventare vittime della tratta e della criminalità. In tutto Agnese Ciulla ha gestito 45 mila persone sbarcate, di cui circa 15 mila minori. «Ero sempre lì, sulla banchina, cercando di fare i salti mortali con il mio ruolo di madre di due bambini. Ho davanti agli occhi migliaia di volti. Il sentimento che provavo era di vergogna a causa della mancanza di dignità in cui erano costretti a vivere. Per quanto abbiamo cercato di fare la migliore accoglienza possibile, tutto quello che accadeva non era umano. Se ci mettiamo nei panni dell’altro, del suo dolore, non possiamo sentirci assolti. Avevo la tutela di tutti quei minori e a un certo punto hanno cominciato a chiamarmi così: “la grande madre”. Molti di loro sono andati via, alcuni invece li incontro per strada e mi riconoscono. Sono rimasti a Palermo, hanno frequentato le scuole, lavorano nella ristorazione o come mediatori. Ora il problema da affrontare è come rendere i migranti
in Italia una risorsa e non dei clandestini per via dei due Decreti sicurezza. Perché una volta scaduto il permesso di soggiorno per motivi umanitari perdono documenti e diritti e diventano di fatto irregolari, bloccati in Italia in una terra di nessuno».
 

 
 
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