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domenica 09 febbraio 2025
 
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Lady Oscar, che cosa sappiamo del film uscito in Giappone: riuscirà a competere con la serie anni 70?

31/01/2025  La sfida dei remake è sempre un azzardo, in questo caso, poi, ci si confronta con l'immaginario di un manga e di una serie animata, piuttosto diversi, di successo mondiale. Ecco che idea ci siamo fatti

Rivoluzione, restauro o Restaurazione? Lo scopriremo vivendo. Intanto possiamo dire che Lady Oscar, simbolo animato della Rivoluzione francese, ora è (anche) un film d’animazione, al debutto nelle sale del Giappone il 31 gennaio 2025. Prodotto da Mappa per celebrare il Cinquantesimo del manga del 1972, diretto da Ai Yoshimura, sceneggiatura di Tomoko Konparu, character design di Mariko Oka, colonna sonora di Hiroyuki Sawano e Kohta Yamamoto, il nuovo film è stato accompagnato da un notevole battage pubblicitario, fatto anche di trailer fatti uscire con il contagocce, che in qualche modo, pur non rendendo l’insieme, hanno alimentato la curiosità, ma pure consentito anche fuori dal Giappone di farsi un’idea almeno sommaria di come il remake raccoglierà l’inevitabile sfida di un confronto arduo con i precedenti, il fumetto da una parte, la serie animata, molto più presente nell’immaginario collettivo europeo di cui ha rappresentato il traino, dall’altra.

Previdibile il fatto che avrà, presto o tardi, versioni tradotte da distribuire nel mondo – c’è un pubblico da agganciare -, ma ancora non si sa quando usciranno. Indiscrezioni hanno parlato della prossima primavera, ma non sono supportate da notizie ufficiali.

La sfida del remake in questo caso è grande quanto quella di Goldrake, forse di più, perché nessun anime è stato replicato in Europa e soprattutto in Italia quanto Lady Oscar, ed è probabile che proprio il pubblico italiano, per la memoria storica che rappresenta, sarà un banco di prova significativo. Anche in questo caso, come s’è detto per altri, si tratterà di capire come un romanzo storico, che rifletteva sensibilità sociali degli anni Settanta del Novecento, parli a un pubblico contemporaneo e intanto trovi il modo di non tradire la memoria degli spettatori davvero numerosi che ne hanno fatto la fortuna in Europa. In occasione dell’uscita di Goldrake Grendizer U abbiamo chiesto a Marco Pellitteri, tra i massimi esperti di animazione giapponese autore tra l’altro della pietra miliare sull'animazione giapponese in Italia Mazinga Nostalgia. Storia, valori e linguaggi della Goldrake-generation dal 1978 al nuovo secolo (Castelvecchi 1999, IV ed. in 2 voll. Tunué 2018), le sue impressioni a partire dalle indiscrezioni su quest’altro remake e soprattutto una valutazione su come si porrà tra vecchi spettatori affezionati ai disegni e alle voci della prima serie e nuovi, ormai abituati a una diversa estetica del manga e degli anime, evoluta negli anni: «Il paragone con Grendizer U», spiega Pellitteri, «è azzeccato, perché anche Versailles no bara (il titolo originale giapponese che significa Le rose di Versailles, ndr) è un ormai un classico, che in Giappone ha avuto per altro una fortuna molto superiore a quella di Goldrake, che in patria è un "robottone" tra i tanti, anche se gli appassionati ne riconoscono la qualità. La popolarità di Lady Oscar in Giappone invece è immensa: parte dal manga del 1972 di Riyoko Ikeda, passa attraverso le molteplici rappresentazioni del teatro Takarazuka, un teatro di sole donne, e poi arriva nel 1979 alla serie di 40 episodi prodotta dalla Tms (Tokyo Movie Shinsha) Entertainment, e diretta nella prima parte da Tadao Nagahama e poi, a partire dal 19° episodio, dal grande regista Osamu Dezaki, forse il più grande regista d’animazione giapponese della sua generazione».

E infatti la differenza tra le due parti si nota, eccome, nell’efficacia molto superiore della seconda parte della serie che ha veicolato il successo di indimenticabili personaggi rivoluzionari in tanti sensi in Europa: «Tanto che gli episodi dal 19 al 40 sono diventati una presenza ingombrante per l’autrice del soggetto originario, Riyoko Ikeda, al punto che tutte le volte che le hanno chiesto un parere sulla serie animata ha sempre fatto spallucce, un po’ per gelosia di autrice, avendo lei avuto la grande idea del personaggio di invenzione Oscar, che gravita attorno a Maria Antonietta; un po’ perché, a differenza della serie, il manga è rimasto un po’ figlio del suo tempo: un manga per ragazzine che ha dei momenti alti e molti momenti più bassi, dal punto di vista grafico è abbastanza nella media, senza particolare caratura artistica secondo il mio parere forse un po’ tranchant. La serie animata del 1979, invece, è frutto di una squadra di talenti eccezionale dal punto di vista grafico, narrativo, stilistico strategico, con musiche di bellissime di Kōji Makaino.  Pesano in particolare, positivamente, le trovate del regista Dezaki nella parte finale assenti nel manga: tanto spazio ai temi storici che portano alla Rivoluzione francese, ricostruiti con una certa accuratezza, l’evoluzione del disegno dei personaggi, con in più il lavoro eccezionale fatto dai doppiatori sia nell’originale giapponese, sia nella versione italiana».

Il remake reggerà il confronto? «Molto patinato, il nuovo film cerca di riprendere in maniera lussureggiante, dal punto di vista dei colori, delle ombre, dei riflessi, lo stile migliore che si può vedere nel manga, per questo Riyoko Ikeda si sente in qualche modo risarcita e ritiene che questa versione sia più bella e più fedele al manga originale della serie anni Settanta. Io, però, non concordo con questa sua lettura».

Chi, in effetti, vede le anticipazioni con negli occhi l’anime anni Settanta riconosce la sostanza dei personaggi femminili, nota l’accuratezza arricchita dei costumi, la magnificenza delle scene, ma fatica molto a ritrovare nel disegno, nella leziosità efebica delle figure maschili della nuova versione, la personalità e le reciproche differenze dei protagonisti maschili originari. E l’impressione soggettiva è che l’insieme, pur guadagnando particolari e per certi versi splendore, perda una parte significativa dell’austera drammaticità che faceva del serie anni Settanta un romanzo storico in grado di resistere al tempo e anche di riuscire efficace a un pubblico più adulto: «Un eccesso di patina e di lucentezza», spiega Pellitteri, «fa perdere il valore aggiunto del tratto “sporco” che nella serie anni Settanta rendeva la dimensione non cristallina della vita del Settecento francese, a cominciare dalla questione igienica: quel tratto graffiato graffiato e graffiante aveva molta più personalità: in realtà la resa visiva del nuovo film è, a mio parere, molto più “vecchia” e “stantia” della freschezza della serie degli anni Settanta, in cui si vede ovviamente che è più grezza dal punto di vista della pasta visiva, della realizzazione tecnica, perché fatta tutta a mano, cosa che è una sua forza, mentre questo film è animato in parte con aiuti computerizzati che rendono l’animazione più fluida ma anche meno naturale e viva: non dobbiamo dimenticare che animazione in senso etimologico non significa “far muovere” ma “dare vita”».

A tempo debito sapremo quale sarà l’accoglienza europea e potremo valutare l’insieme, per intanto le interviste date ai media giapponesi in questi mesi dai doppiatori protagonisti ci fanno intendere che tra l’altro il nuovo film sarà una sorta di musical dato che contiene anche 15 canzoni, con tutti i problemi di traduzione del caso. Riuciranno a rendere la drammaticità del precedente storico o in qualche modo la tradiranno? Vedremo. Molto come sempre in questi casi farà il doppiaggio, tutto da immaginare.

In attesa di una valutazione più accurata, una piccola previsione senza tema di smentita, tra il serio e il faceto, si può fare: un dettaglio difficilmente verrà perdonato ai nuovi autori dalle ex ragazzine stregate dal fascino del coprotagonista André: il fatto che i suoi occhi verdi siano stati sostituiti da un anonimo, scialbo, castano.  Una licenza artistica che, nei luoghi virtuali in cui si trovano gli appassionati (e in questo caso soprattutto le appassionate), per solito intransigenti, il particolare ha già incontrato critiche severissime.

(Di seguito i trailer tratti dalla pagina ufficiale giapponese del film Theatrical Animation "The rose of Versailles", che danno un'idea dell'insieme e dei protagonisti).

Il trailer principale

OSCAR, la protagonista

  

MARIA ANTONIETTA

Un André senza occhi verdi

  

Il conte di Fersen

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