Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
martedì 17 settembre 2024
 
dossier
 

Lavoro, domande all'Europa: è il nostro orizzonte, avanti insieme

29/10/2017  L'assemblea delle Settimane sociali, concluse oggi a Cagliari, hanno consegnato analisi e proposte emerse durante i lavori ad Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo. Dall'armonizzazione dei sistemi di tassazione all'abolizione dei paradisi fiscali nell'Ue, passando per più investimenti.

«Armonizzazione fiscale ed eliminazione dei paradisi fiscali interni, Investimenti infrastrutturali e investimenti produttivi (anche privati) loro trattamento nelle discipline di bilancio; Integrazione nello Statuto della BCE del parametro dell’occupazione accanto a quello dell’inflazione come riferimenti per le scelte di politica economica». Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo prende in mano le tre proposte che l’assemblea consegna all’Europa con Sergio Gatti, vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali. «Siamo partiti dall’affrontare il tema lavoro, famiglia, territorio, abbiamo parlato dell’Impegno della comunità ecclesiale italiana, abbiamo individuato 30 passi necessari da compiere, con quattro proposte per il Governo italiano e tre specifiche per il Parlamento europeo», sintetizza Gatti, auspicando che «anche in Europa ci possa essere un articolo 1 nei trattati che dica che l'Europa è fondata sul lavoro». Il metodo è stato quello della «denuncia, dell’ascolto e racconto, delle buone pratiche e delle proposte», continua il direttore generale di Federcasse.

E Tajani, dopo aver ricordato che «ci stiamo lasciando la crisi alle spalle ma questo ci sta mettendo tempo ad avere effetti sociali», cerca di rispondere puntualmente alle domande dell’assemblea. «Noi italiani», ha sottolineato, «siamo stati viziati nel pensare che l'ente pubblico fosse un ammortizzatore sociale, mentre serve un vero piano di investimenti e una creatività dell’impresa. Non può esserci solo la finanza, ma è l’impresa che deve avere il ruolo sociale di creare benessere». Tajani insiste sulla formazione, anche per colmare il gap digitale dei giovani lavoratori, sugli investimenti per la digitalizzazione del lavoro e per ammodernare le infrastrutture. E infine conclude sugli «sforzi di riforma che devono essere sostenuti da più risorse europee. Inclusa una maggiore flessibilità di bilancio».

«A febbraio», ha ricordato Tajiani, «abbiamo proposto di trasformare il Fondo Salva Stati, con i suoi 376 miliardi di capitale ancora disponibili, in un vero Fondo Monetario Europeo. Questo Fondo, sottoposto al controllo del Parlamento, sarebbe determinante per correggere gli squilibri competitivi e sociali, facilitando le riforme strutturali. Ma questo non basta. Dobbiamo completate l’Unione Bancaria, Fiscale ed Economica. E dotarci di un vero mercato europeo dei capitali capace di garantire equità di condizioni, senza penalizzazione geografica, per imprese e famiglie».

Multimedia
Considerare il lavoratore «una riga di costo del bilancio» è mortificarne la dignità
Correlati
I vostri commenti
4

Stai visualizzando  dei 4 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo