Lo storico incontro tra Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill il 12 febbraio 2016 a L'Avana (Ansa)
Ne aveva accennato sul volo di ritorno dal Canada, adesso è arrivata l’ufficializzazione della Sala Stampa Vaticana. Papa Francesco andrà in Kazakhstan dal 13 al 15 settembre. Un viaggio apostolico che assume un significato ancora più importante non solo per il vertice al quale Bergoglio prenderà parte – un summit ecumenico con i principali leader religiosi mondiali – ma anche perché si tratta del primo viaggio al confine con la Russia (e la Cina) da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, lo scorso febbraio.
Bergoglio si fermerà per due giorni nella capitale del Paese, Nur-Sultan, per partecipare al VII Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali. Un incontro al quale parteciperà, salvo sorprese dell'ultima ora, anche il Patriarca ortodosso Kirill, da sempre vicino alle posizioni del presidente russo Vladimir Putin e che in più occasioni ha “avallato”, con la sua predicazione, la scelta del Cremlino di invadere l’Ucraina. Il summit mondiale potrebbe dunque essere l'occasione per organizzare l'incontro bilaterale inizialmente in programma a Gerusalemme a giugno e poi saltato. La relazione col patriarca russo «è molto buona», aveva affermato Jorge Mario Bergoglio a maggio in un’intervista al quotidiano argentino La Nacion. «Mi dispiace che il Vaticano abbia dovuto revocare un secondo incontro con il patriarca Kirill, che avevamo programmato per giugno a Gerusalemme. Ma la nostra diplomazia ha capito che un nostro incontro in questo momento potrebbe creare molta confusione», aveva chiarito il Pontefice. L’incontro in Terra Santa era in programma da tempo, dopo il primo storico incontro all’Avana, capitale di Cuba, nel 2016.
Sul conflitto in corso, nell’Angelus di domenica scorsa, Bergoglio ha ribadito ancora una volta la richiesta di «fermarsi e negoziare. Che la saggezza ispiri passi concreti di pace», ha detto dal balcone di piazza San Pietro, «anche durante il viaggio non ho mai smesso di pregare per il popolo ucraino, aggredito e martoriato, chiedendo a Dio di liberarlo dal flagello della guerra».
Sul volo di ritorno dal Canada, sabato scorso, la giornalista Valentina Alazraki di Televisa aveva chiesto al Papa se con l’occasione del viaggio in Kazakhstan, sarebbe andato anche a Kiev: «Io ho detto che in Ucraina vorrei andarci. Vediamo adesso cosa trovo quando arrivo a casa», ha risposto il Pontefice, «in Kazakistan per il momento mi piacerebbe andare, è un viaggio tranquillo, senza tanto movimento, è un congresso di religioni».
Mercoledì è in programma in Vaticano l’incontro tra Francesco e l'ambasciatore di Kiev presso la Santa Sede, Andreii Yurash. Non è escluso che il viaggio possa tenersi questo mese, come aveva anticipato il segretario per i rapporti con gli Stati mons. Paul Richard Gallagher, una volta messi a punto gli aspetti logistici ancora da risolvere, come l'organizzazione del viaggio in treno dalla Polonia o dalla Romania.
Nel settembre 2001, in visita in Kazakhstan, Giovanni Paolo II nell’affollata Piazza Indipendenza affermò che il Paese aveva una "missione", quella di essere «un ponte tra le religioni, tra le nazioni e i continenti». «Aspettiamo il Papa con tutto il cuore con la speranza che possa darci e dare al mondo un contributo di pace e di solidarietà», ha detto al Sir mons. Adelio Dell’Oro, vescovo di Karaganda, dopo l’annuncio ufficiale del viaggio del Pontefice, «aspettavamo con ansia questa dichiarazione ufficiale che è stata data sia dalla Santa Sede sia dal presidente del Kazakhstan. Il programma ufficiale ancora non c’è. Posso dire comunque che il governo ha chiesto ai presidenti di tutte le regioni del Paese di dare la disponibilità ad aiutare chi deciderà di andare all’incontro il Papa e di sostenerli in ogni modo, persino con i trasporti». Il Kazakhstan, ha aggiunto il vescovo, «è un Paese dove vivono persone che appartengono a più di 130 nazionalità diverse e moltissime religioni. È pertanto per Papa Francesco una possibilità ecumenica molto grande. In più, sembra che verrà anche il Patriarca Kirill a questo Congresso. Potrebbe quindi essere anche un’occasione perché i leader delle due Chiese si incontrano qui dopo l’incontro a Cuba e dopo quella conversazione online che hanno avuto in marzo. Speriamo che questo incontro possa avvenire».
Rispetto al conflitto ucraino, il vescovo Dell’Oro ha ricordato che a giugno c’è stato un incontro dei Paesi dell’ex Unione Sovietica a San Pietroburgo e il presidente del Kazakhstan ha ufficialmente dichiarato davanti al presidente Putin di non riconoscere le due Repubbliche del Donbass. «È stata una posizione molto delicata perché da un lato questa dichiarazione pone il Kazakhstan contro la guerra ma dall’altro ci sono legami molto forti sia con la Russia, sia con la Cina, da un punto di vista economico soprattutto. È pertanto una posizione delicata ma altrettanto chiara».
Il programma ufficiale
Secondo il programma diffuso dalla Sala stampa vaticana, sono cinque i discorsi che il Papa pronuncerà nei tre giorni di visita nel Paese dell'Asia Centrale. Francesco partirà martedì 13 settembre alle 7.15 dall'aeroporto di Roma-Fiumicino per la capitale Nur-Sultan (l'ex Astana), dove arriverà alle 17.45 locali, con accoglienza ufficiale alle scalo aereo internazionale. Alle 18.30 è prevista la cerimonia di benvenuto al Palazzo Presidenziale a Nur-Sultan, cui seguiranno alle 18.45 la visita di cortesia al presidente della Repubblica Qasym-Jomart Toqayev e alle 19.30 l'incontro con le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico nella Qazaq Concert Hall.
Mercoledì 14, a Nur-Sultan, a partire dalle 10 locali sono previste la preghiera in silenzio dei leader religiosi, quindi l'apertura e la sessione plenaria del VII Congress of Leaders of World and Traditional Religions nel Palazzo della Pace e della Riconciliazione. Alle 12 gli incontri privati del Papa con alcuni leader religiosi, tra cui dovrebbe esserci quello col patriarca Kirill, che ha accettato di partecipare al Congresso. Alle 16.45, quindi, il Pontefice celebrerà la messa nel piazzale dell'Expo.
Giovedì 15 settembre, alle 9 Francesco incontrerà privatamente i membri della Compagnia di Gesù nella Nunziatura Apostolica, e alle 10.30 i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, i seminaristi e gli operatori pastorali nella Cattedrale Madre di Dio del Perpetuo Soccorso. Alle 15 è in programma la lettura della dichiarazione finale e la conclusione del Congresso presso il Palazzo della Pace e della Riconciliazione. Alle 16.15, infine, la cerimonia di congedo all'Aeroporto Internazionale di Nur-Sultan e alle 16.45 la partenza in aereo per Roma con arrivo previsto a Fiumicino alle 20.15.