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venerdì 13 settembre 2024
 
Stasera in tv
 

«Sono la capitana di don Matteo»

01/02/2018  Stasera su Rai 1 in prima serata torna "Don Matteo". Nell’undicesima stagione della fiction nei panni dell’ufficiale dei carabinieri c’è una donna. Nell'intervista di Famiglia Cristiana la giovane attrice Maria Chiara Giannetta, 25 anni, dichiara che da ragazzina sognava la divisa e per la parte ha preso lezioni da una “collega”

L’undicesima stagione della fiction Don Matteo va in onda ogni giovedì  in prima serata su Rai 1. la novità di quest'anno è il personaggio della capitana, interpretata da Maria Chiara Giannetta, una giovane attrice originaria di  Foggia, da dove è partita per inseguire il sogno di fare l’attrice e dove torna sempre volentieri dalla sua numerosa famiglia (ha tre fratelli) e dagli amici di sempre. È stato scelto il suo volto fresco e deciso per interpretare la capitana dei Carabinieri Anna Olivieri, che ha sostituito il capitano Giulio Tommasi (Simone Montedoro).

Che tipo di personaggio è la sua “capitana”?

«È una delle poche donne che ha fatto carriera in ambito militare. Ha un approccio molto rigido ed è molto sicura del ruolo che ha».

Ma non è un po’ giovane per essere già capitano?

«Io ho 25 anni e nella fiction il mio personaggio ne ha 27. L’età giusta per una carriera lampo dopo l’Accademia di Modena e qualche anno da carabiniere semplice».

Come si è preparata per questo ruolo?

«La produzione mi ha affiancato un maggiore donna di Frascati, che mi ha insegnato come si salutano i superiori e i sottoposti, come si indossa la divisa... Per esempio la cravatta deve coprire il primo bottone».

Tu hai mai pensato di fare la carriera militare?

«Ero in quinta superiore, un istituto tecnico linguistico bancario, ed erano venuti quelli dell’Accademia a parlare con i ragazzi. E ci ho fatto un pensierino. Oltretutto mio nonno, che era un pompiere, avrebbe tanto desiderato che uno dei suoi nipoti vestisse la sua stessa divisa. Mi spiace che non sia più qui, sarebbe proprio contento di me».

La passione per la recitazione quando è iniziata?

«Già a 11 anni ho cominciato a fare i primi spettacoli di teatro amatoriale. Poi a 14 anni a Foggia ho seguito dei laboratori teatrali. Non pensavo però che sarei mai riuscita a farne una professione. Pensavo di fare il tour operator dopo le superiori, mi sono anche iscritta all’università, facoltà di Lettere, quando ho deciso di fare un provino per il Centro sperimentale di cinematografia a Roma. Se non fosse andato bene mi sarebbe piaciuto studiare Criminologia. E invece mi hanno preso. Tre anni di studio che sono stati una bellissima esperienza. E la mia famiglia mi ha sempre sostenuto in questo sogno».

Il lavoro è arrivato subito?

«Sono stata fortunata. Dopo sette mesi in cui mi sono mantenuta a Roma facendo la baby-sitter ho avuto il primo ruolo in un film sui testimoni di Geova, La ragazza del mondo. Poi sono arrivate le fiction, Che Dio ci aiuti e una parte in una puntata di Don Matteo di una stagione precedente».

È stato questo ruolo che ti ha aiutata ad avere poi una parte da protagonista nell’undicesima stagione?

«Tutt’altro, anzi io temevo che essendo già apparsa non mi avrebbero mai preso. E invece il provino è andato bene!».

Che rapporto hai avuto con Terence Hill?

«In verità non abbiamo girato molte scene insieme. Ma ci siamo visti spesso al trucco. È una bella persona, parla poco ma dice le cose giuste».

C’è stato qualcuno che ti ha dato dei consigli?

«Certo, Nino Frassica. Abbiamo tutte le scene insieme e mi ha aiutato a entrare in relazione con la comicità. È un vero genio, abbiamo appena smesso di piangere dalle risate».

Secondo te quali sono gli ingredienti del successo di Don Matteo?

«Questo mix di momenti leggeri, comicità e dramma. E la figura carismatica di Terence Hill in primo luogo, naturalmente».

A un giovane che vuole fare il mestiere di attore che cosa diresti?

«Di studiare, prima di tutto; un’accademia preparatoria ti dà il necessario rigore. Ma anche di divertirsi. E se è veramente la cosa che si desidera fare bisogna lasciarsi andare. In scena devi metterti sempre alla prova, si avverte un’ansia sana, ma è la serenità che ti porta a essere libero. E io non vedo l’ora di fare nuovi provini!».

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